Gentile Direttore,
l’incidenza delle lesioni croniche tra i pazienti ospedalizzati varia dall’8 al 12%. Queste lesioni hanno un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, soprattutto anziani e con comorbilità, perché limitano fortemente le attività di vita quotidiane e generano disagio che si riflette anche sulla vita sociale dei pazienti stessi.
La prevalenza delle lesioni croniche si attesta nel mondo intorno a 2,21% ogni 1.000 abitanti con variazioni per eziologia e recidive tra il 30 e il 78% per le lesioni del piede diabetico e tra il 60 e il 70% per le lesioni vascolari. Dati che mettono a dura prova le organizzazioni sanitarie sia in termini di costi di trattamento che di riammissioni ospedaliere oltre che di guarigione e di qualità di vita dei pazienti. Questi numeri richiedono alle organizzazioni la definizione di strategie finalizzate a una migliore presa in carico e gestione delle lesioni croniche per ottenere migliori risultati in termini di esiti sui pazienti.
Una delle indicazioni che viene dalla letteratura è il coinvolgimento degli infermieri specialisti nella gestione di queste lesioni. Ed è proprio da questa sollecitazione che ha preso forma lo studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani che, con il loro lavoro, hanno cercato di rispondere ad un semplice quesito: "se il trattamento di queste lesioni venisse affidato agli infermieri specialisti gli esiti cambierebbero?"
La risposta è sì, gli esiti cambiano. A sottolinearlo è stato Alessandro Sili, uno degli autori dello studio, in un’intervista rilasciata a “L’Infermiere Online” lo scorso 3 aprile. Lo studio, che ha coinvolto quasi 1.300 pazienti ricoverati in ospedale, ha dimostrato che la cura e il trattamento delle lesioni croniche condotta dall’infermiere specialista ha quadruplicato la possibilità di guarigione delle stesse e ridotto il numero di settimane di trattamento oltre che i ricoveri ospedalieri. Ora, auspica Silli, servirebbero ulteriori studi per valutare l’impatto del trattamento gestito dagli infermieri specialisti in termini di qualità della vita dei pazienti affetti da lesioni croniche e di costi sanitari e sociali.
Devono inoltre essere implementati percorsi clinico-assistenziali gestiti dagli infermieri specialisti per migliorare i risultati clinici sui pazienti e ridurre i ricoveri ospedalieri. Perché questo avvenga è necessario, però, che all’interno delle organizzazioni siano formalmente riconosciute e valorizzate le competenze specialistiche degli infermieri.
Marina Vanzetta