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PS e strutture dell’emergenza-urgenza a rischio con l’aggiornamento delle equipollenze

di  Annalisa Napoli

08 SET -

Gentile Direttore,

se in Pronto Soccorso le condizioni di lavoro sono inumane allora la soluzione è che nessuno lavori in Pronto Soccorso? Questo sembra dire il documento del Ministero della Salute, ora al vaglio delle Regioni, che allarga le equipollenze tra alcune specialità e l’area della Medicina di Emergenza-Urgenza (MEU). Le branche alle quali, in base al decreto ministeriale, potrebbero accedere gli specialisti in MEU includono: Medicina Interna, Cardiologia, Gastroenterologia, Malattie dell’apparato respiratorio e Geriatria.

Cosa cambierà? Finora gli specialisti nelle discipline menzionate potevano già accedere ad incarichi nel settore dell’Emergenza-Urgenza. Con il nuovo provvedimento varrà anche l’inverso, ovvero chi ha il titolo in MEU avrà la possibilità di partecipare a concorsi per accedere ad incarichi ad esempio in cardiologia o in geriatria.

Questo aggiornamento delle equipollenze, che nasce dall’esigenza di “garantire ulteriori sbocchi professionali e di carriera agli specialisti in Medicina d’emergenza-urgenza in altre discipline dell’area medica e delle specialità mediche”, come riportato nel documento del Ministero, rischia di svuotare ulteriormente i PS e le strutture dell’emergenza-urgenza dei professionisti più idonei per lavorarci, garantendo opportunità diverse da quelle nelle quali si sono formati, piuttosto che migliorarne la formazione e, soprattutto, le condizioni lavorative.


Se l‘obiettivo è quello di rendere più attrattivo il settore dell‘emergenza-urgenza, e il relativo percorso formativo, la priorità dovrebbe essere quella di dare ad esso il giusto riconoscimento in termini di tutele e di trattamento economico, condizioni e orari di lavoro dignitosi, e di promuovere accordi integrativi tra Regioni ed Aziende per aumentare le indennità di rischio.

Nel porre rimedio ad una scarsa appetibilità di questa branca specialistica, si incorre nella generalizzazione dei percorsi formativi. Rendere tante specialità equipollenti tra di loro ha l’unico obiettivo di riempire i PS e i reparti di specializzandi e specialisti a dispetto di ogni logica di continuità fra competenze specialistiche acquisite e lavoro sul campo. Il tutto a discapito del paziente e dell’organizzazione sanitaria nel suo complesso.

Nell’attesa di conferme in merito, il SIGM auspica che le istituzioni facciano chiarezza sull’intreccio di equipollenze, soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza che necessita di una reale valorizzazione, di seri interventi di programmazione e di un concreto miglioramento delle condizioni di lavoro, piuttosto che di “vie di fuga” che rischiano di depauperare ulteriormente un settore già gravato da una crisi profonda.

 Annalisa Napoli
Presidente Nazionale Giovani Medici S.I.G.M.

 



08 settembre 2022
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