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Covid. Lazio. Al via nuove raccomandazioni per prevenire e limitare della diffusione del virus

La nuove disposizioni aggiornano le indicazioni dettate nel 2020 alla luce dei nuovi scenari: estensione della campagna vaccinale, numero dei nuovi contagi e incidenza delle varianti. Si ribadisce e raccomanda il mantenimento delle misure previste di protezione e prevenzione si individuano le azioni di sanità pubblica da predisporre in funzione del quadro epidemiologico. IL DOCUMENTO

30 LUG - Arrivano nella Regione nuove raccomandazioni per il contrasto al Covid 19 alla luce del nuovo quadro epidemiologico mutato grazie alle misure di prevenzione adottate dalla fine del 2020 e alla progressiva riduzione dell’indice di occupazione di ospedali e unità di terapia intensiva (ICU) e della mortalità.
Uno scenario che vede ormai 4 tipologie di popolazione (quella generale vaccinata e non vaccinata e la popolazione di persone vulnerabili vaccinate e non vaccinate, con differenti rischi) e l’entrata in scena del green pass, ma che non consente in ogni caso di abbassare la guardia a causa della comparsa e diffusione di varianti. Varianti che potenzialmente hanno una più elevata trasmissibilità e/o possono causare malattie gravi o sfuggire all'immunità naturale o indotta da vaccino, variante Delta in primis, che richiedono robuste misure di sorveglianza e misure rafforzate per contrastarne la diffusione.
 
La regione Lazio ha quindi aggiornato le disposizioni dell’aprile del 2020 “Raccomandazioni per la prevenzione o limitazione della diffusione del SARS-CoV-2 e della patologia correlata (covid-19)” e l’ordinanza del luglio dello scorso anno “Ulteriori misure per la gestione dell'emergenza
epidemiologica da Covid-2019: Linee di indirizzo per le modalità di accesso e visita dei familiari nelle strutture residenziali sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali”.
Le azioni messe in campo, sottolinea il documento, vogliono nel loro complesso, mantenere all’interno dei servizi sanitari gli strumenti e i comportamenti indispensabili alla prevenzione e adeguare, secondo il livello di rischio, le modalità di accesso di paziente e familiari ai servizi stessi nel rispetto sia della massima precauzione che dell’attenzione alla persona.
L’obiettivo è quello di assicurare che l’erogazione dei Lea sanitari e sociosanitari e delle attività socio-assistenziali, avvenga con modalità organizzative che concilino la ripresa delle attività con l’esigenza di garantire la gestione del rischio perseguendo quindi una strategia di contrasto alla diffusione virale mantenendo un rafforzato sistema di accertamento diagnostico, monitoraggio e sorveglianza della circolazione di Sars-CoV-2, dei casi confermati e dei loro contatti.
Si riafferma quindi la necessità di perseguire l’obiettivo del contenimento di tutti i possibili focolai, attraverso un’attività tempestiva ed accurata di contact tracing dei Dipartimenti di Prevenzione allargando i cerchi dell’indagine epidemiologica per ricostruire tutte le possibili catene di trasmissione soprattutto relativamente ai focolai familiari, scolastici, ospedalieri e delle Strutture residenziali e potenzialmente legati alla diffusione di varianti.

Per quanto riguarda le raccomandazioni generali il documento ribadisce il mantenimento delle misure previste di protezione e prevenzione da “droplet” e da “contatto” all’interno delle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali e individua le azioni di sanità pubblica da predisporre in funzione del quadro epidemiologico.
In particolare si ribadisce l’importanza del distanziamento sociale, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti), il frequente lavaggio delle mani, adeguate modalità̀ di permanenza in ambienti comuni e massima attenzione nell’interazione tra persone e in particolare con persone fragili o affette da patologie croniche.
 
 
A questo si aggiungono specifiche raccomandazioni di tipo organizzativo e di processo valide per tutte le tipologie di strutture, per qualunque regime assistenziale. Tra le molte: limitare gli spostamenti dell’utenza all’interno dei servizi, evitando tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire la distanza di almeno un metro da una persona all’altra e dove possibile consentire la frequentazione degli spazi aperti; mettere in atto tutte le possibili procedure di semplificazione amministrativa; prevedere percorsi definiti all’interno delle strutture; organizzare le attività del personale in modo da garantire la massima prevenzione del rischio, verificandone giornalmente le condizioni di salute prima dell’inizio dell’attività lavorativa.
 

30 luglio 2021
© Riproduzione riservata

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