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Covid. La sanità del Lazio con un “uomo solo al comando”

04 NOV - Gentile Direttore,
quando l’uomo solo al comando incontra esclusivamente il sindacato dei medici più rappresentativo, ma non per questo unica voce della categoria, potrebbe forse significare che all’uomo solo al comando della categoria medica interessa ben poco.
Quando l’uomo solo al comando annuncia che “aumenterà considerevolmente il numero dei posti letto Covid” potrebbe forse significare che all’uomo solo al comando interessa ben poco delle altre patologie acute e croniche che colpiscono la popolazione sempre più costretta a mettere le mani nel portafoglio per vedere erogate le prestazioni di cui hanno bisogno e di cui hanno diritto.

Quando l’uomo solo al comando annuncia “presto bando rivolto a medici laureati e specializzandi” potrebbe forse significare che sa già che stanzierà finanziamenti importanti per garantire l’estensione delle garanzie delle polizze assicurative considerato che sarebbero medici laureati e specializzandi a dover pagare di tasca propria in caso di malaugurate denunce a loro carico.

Quando l’uomo solo al comando annuncia prossimi bandi di assunzione potrebbe forse significare che non si è accorto che per il reclutamento di medici e personale di assistenza ci sono stati 6 mesi e che non solo non si è fatto a sufficienza quello che bisognava fare ma non si sono ascoltati quegli esperti che lanciavano continuamente allarmi durante l’estate. Forse l’uomo solo al comando potrebbe avere pensato che bastasse aumentare a dismisura i tamponi da fare senza provvedere contestualmente ad aumentare gli organici dei servizi di sanità pubblica che erano quelli ai quali spettava di fare i controlli ed i tracciamenti sul territorio.

Quando l’uomo solo al comando annuncia che “verrà ulteriormente potenziata la sorveglianza sanitaria dei medici e di tutti gli operatori sanitari” potrebbe forse significare che ha preso consapevolezza dei dati che vedono i positivi e i malati di questa categoria in crescita esponenziale dopo che nei mesi passati molte criticità e carenze ci sono state nelle forniture di dispositivi di sicurezza.

Quando l’uomo solo al comando ritiene che il confronto con i medici e i sindacati sia una faccenda da sbrigare a quattro occhi potrebbe forse significare che non crede al ruolo dei sindacati (degli altri sindacati) che sono organizzazioni alle quali i lavoratori danno delega fiduciaria e volontaria.

Quando l’uomo solo al comando, che rappresenta il vertice della politica sanitaria nella propria regione, non risponde ad alcuna sollecitazione, istanza, richiesta di chiarimenti più volte rappresentate da organizzazioni sindacali disponibili comunque a collaborare nel rispetto dei reciproci ruoli ed ancor più in questa pandemia, potrebbe forse significare che si considera autosufficiente per rispondere alle necessità di sicurezza dei lavoratori e alle esigenze di salute dei cittadini del Lazio.

In buona sostanza l’uomo solo al comando potrebbe forse avere nuovamente sbagliato la strategia intasando nuovamente gli ospedali e non potenziando la sanità territoriale di cui ci si riempie la bocca ma solo quella, purtroppo.

Auguri all’assessore alla sanità della regione Lazio, uomo sempre più solo al comando.

Luciano Cifaldi
Segretario generale Cisl Medici Lazio

Benedetto Magliozzi
Segretario generale Cisl Medici Roma Capitale/Rieti


04 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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