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Campus Bio-Medico e Inail firmano accordo di ricerca e chirurgia bionica

L’obiettivo è sviluppare i sistemi impiantabili di arto superiore e incrementare il numero di pazienti della chirurgia bionica. È previsto un investimento complessivo di oltre tre milioni di euro. I progetti avranno la durata di 36 mesi e prevedono il coinvolgimento, come partner, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’obiettivo è lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia per il pieno reinserimento sociale e lavorativo delle persone amputate

24 LUG - Nel mondo si contano tre milioni di persone con amputazione dell’arto superiore e solo in Italia sono circa quattromila l’anno, l’80% delle quali riguarda la mano. Per spingere ancora più in alto la frontiera delle tecnologie a favore di questi pazienti, Università Campus Bio-Medico di Roma e Inail hanno firmato un accordo di collaborazione per la realizzazione dei due progetti di ricerca – “Wifi-Myohand” e “ReGiveMeFive” – con un investimento congiunto totale superiore ai tre milioni di euro.
 
Il primo progetto, illustra una nota del Campus Bio-Medico riguarda un sistema impiantabile, ottimizzato per l’interfacciamento con il sistema nervoso periferico per il ripristino della percezione sensoriale nelle protesi di arto superiore, e punta alla realizzazione di un nuovo sistema wireless per il controllo attivo dei movimenti dell’arto bionico da parte del paziente.

Il secondo guarda alle nuove frontiere in chirurgia protesica e punta a incrementare il numero di pazienti che usufruiscono della procedure più avanzate di chirurgia bionica per migliorare la condizione di salute generale del paziente amputato, ad esempio riducendo significativamente i dolori da arto fantasma cronico e quelli correlati all’integrazione fisica delle protesi con il moncone dell’arto.
 
I due progetti, entrambi della durata di 36 mesi, vedono coinvolte l’Area ricerca e formazione, l’Area sanitaria e l’Area tecnica di produzione del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio e le unità di ricerca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma di Ortopedia e Traumatologia, di Robotica Avanzata e Tecnologie Centrate sulla Persona, di Neurologia, Neurofisiologia e Neurobiologia, di Medicina Fisica e Riabilitativa, di Neurofisiologia e Neuroingegneria dell’Interazione Uomo-Tecnologia. In entrambi i progetti è previsto inoltre il coinvolgimento, come partner, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
 
“Wifi-Myohand - spiega ancora la nota - è un progetto che prosegue una lunga scia di lavori realizzati nei laboratori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, grazie alla collaborazione tra ingegneri, ortopedici, neurologici e fisiatri, e punta sullo sviluppo di una sistema di stimolazione completamente impiantabile per uso cronico, la miniaturizzazione degli elementi, il miglioramento delle tecniche di codificazione dell’attività muscolare e l’aumento del numero di comandi eseguibili dal paziente con la protesi d’arto”. A coordinare il progetto saranno per UCBM la prof.ssa Loredana Zollo, ordinario di Bioingegneria industriale, e per Inail l’ing. Emanuele Gruppioni, direttore tecnico dell’Area ricerca e formazione del Centro Protesi di Vigorso di Budrio.
 
“ReGiveMeFive” vuole incrementare il numero di pazienti beneficiari della chirurgia bionica, definire procedure personalizzate di chirurgia bionica che rendano il moncone del paziente adattabile ai dispositivi protesici di ultima generazione, restituire la propriocezione dell’utente ovvero la capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio, definire nuove linee guida e di sensibilizzazione del Servizio sanitario nazionale sulle revisioni del moncone di amputazione. I coordinatori del progetto saranno per UCBM il prof. Vincenzo Denaro, primario emerito e professore ordinario di Ortopedia, e per Inail l’ing. Emanuele Gruppioni.
 
“Con questi due progetti il nostro Ateneo getta ancora una volta
lo sguardo verso le frontiere della ricerca biomedica, quella di realizzare tecnologie sempre più avanzate e al contempo attente alle esigenze della persona – spiega il rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Raffaele Calabrò – Tornare ad avere un arto non significa ancora un pieno ritorno alla vita normale se non consente il pieno reinserimento sociale e lavorativo: da anni la nostra università studia le soluzioni più all’avanguardia per accrescere il benessere di chi ne ha più bisogno. Permettere una reale diffusione di arti bionici che possano essere effettivamente utilizzati in attività lavorative e nella vita quotidiana rappresenta un reale contributo allo sviluppo della società in cui viviamo, e per questo siamo lieti di firmare un nuovo accordo con Inail”.
 
“Per la nostra missione istituzionale – sottolinea il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – la ricerca rappresenta una leva strategica fondamentale, in grado di produrre risultati di impatto rilevante sulla qualità della vita dei nostri assistiti e di sperimentare trattamenti sempre più efficaci per ridurre i tempi di recupero post-infortunio e migliorare i percorsi riabilitativi. L’accordo sottoscritto oggi con l’Università Campus Bio-Medico di Roma conferma una partnership ormai consolidata e rafforza ulteriormente la nostra sinergia con i principali enti accademici e di ricerca, finalizzata a creare una rete scientifica di eccellenza per la realizzazione di progetti di grande prospettiva in campo protesico e riabilitativo”.

24 luglio 2020
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