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Cisl Fp abbandona tavolo di confronto su sanità pubblica: “Regione si disinteressa dei lavoratori in difficoltà”

Il segretario Chierchia: "Incontro inutile: i lavoratori sono in difficoltà e la Regione se ne disinteressa. Pronti allo stato di agitazione. Uno schiaffo in pieno viso ai 47mila dipendenti del servizio sanitario regionale. Se la Regione Lazio non vuole ascoltare i lavoratori, chiameremo presidente e assessore alla sanità alle loro responsabilità"

09 NOV - “Come per la sanità privata, anche in quella pubblica la Cisl Fp Lazio prepara lo stato di agitazione, dopo che la delegazione cislina ha deciso di abbandonare il tavolo regionale di confronto che, in assenza della Direzione regionale e dell'assessore alla Sanità, "a tutto serve tranne che al confronto"”..
 
"Uno schiaffo in pieno viso ai 47mila dipendenti del servizio sanitario regionale. Se la Regione Lazio non vuole ascoltare i lavoratori, chiameremo presidente e assessore alla sanità alle loro responsabilità", tuona Roberto Chierchia, segretario generale della Cisl Fp Lazio.
 
"A noi non interessano le liturgie, ma discutere delle tante difficoltà dei lavoratori, soprattutto in questa regione che sconta un commissariamento lungo 10 anni", puntualizza Chierchia. "E pensare che il tavolo di oggi, previsto a norma del nuovo contratto nazionale della sanità, è stato convocato dopo ben 2 diffide e a 6 mesi dalla firma del ccnl, mentre nelle altre regioni i lavori sono già partiti e stanno dando i primi risultati. In tutto questo, invece di iniziare ad affrontare i problemi, ci saremmo dovuti accontentare dei saluti dell'assessore. Più che un incontro, un'altra occasione persa per riconoscere ai lavoratori la professionalità e ai cittadini servizi assistenziali adeguati".
 
"I lavoratori devono sapere a che punto siamo con i fondi contrattuali per la produttività e per il miglioramento delle prestazioni ai cittadini", prosegue il segretario regionale Cisl Fp. "In tante regioni siamo già a buon punto e i fondi sono stati incrementati con apposite risorse regionali, vista l'esiguità di quelle nazionali. E poi c'è un gigantesco problema di organici: qui mancano 8mila professionisti sanitari e di assistenza, e i percorsi di cura rischiano di andare in tilt. Mentre il piano assunzionale avanza a rilento e senza tenere in alcun modo in considerazione la reinternalizzazione delle attività date in appalto e il relativo assorbimento del personale, come rivendicato dalla piattaforma sottoscritta insieme a Cgil e Uil".
 
Chierchia lancia dunque la mobilitazione nella sanità pubblica: "Siamo pronti a dare battaglia. Se la politica regionale continua a fare orecchie da mercante, ci faremo sentire attraverso tutte le forme di protesta necessarie".

09 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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