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Lazio. Gregori (Futuro a Sinistra): “Nel bando Cup tagliato 20% posti lavoro. Presenterò interrogazione alla Camera”

Il deputato, che ha aderito alla nuova formazione fondata da Stefano Fassina, ha partecipato stamane alla manifestazione promossa dai lavoratori dei Cup davanti alla Regione. “suddivisione in lotti è paradossale rispetto al processo di razionalizzazione del sistema sanitario regionale in corso, che prevede l’accorpamento di aziende che fanno parte di lotti differenti".

04 SET - "Il 27 giugno scorso, la Regione Lazio ha indetto una gara per l’affidamento dei Centri Unici di Prenotazione (Cup) delle Asl e delle Ao della Regione, in scadenza il prossimo 21 settembre; la medesima gara già indetta in passato era stata successivamente annullata nel dicembre 2014 a causa di un’inchiesta per turbativa d’asta nelle more delle indagini su “Mafia Capitale”. L’attuale bando di gara presenta una serie di elementi di criticità che vale la pena sottolineare. Vengono tagliati oltre 350 posti di lavoro sui circa 2000 quasi il 20% dell’intero organico attuale non tenendo conto della ricognizione dei fabbisogni dei servizi Cup elaborata solo lo scorso anno dalle Aziende Sanitarie e quindi rappresenta un’ulteriore difficoltà in termini di tempi di attesa e code da parte dei cittadini per accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche". È quanto afferma la Deputata Monica Gregori (che ha aderito alla nuova formazione 'Futuro a Sinistra' creata da fuoriusciti dal Pd) presente questa mattina alla manifestazione promossa dai lavoratori dei Cup davanti alla Regione Lazio, annunciando che assieme a Stefano Fassina hanno presentato, sul tema, un'interrogazione al Ministro della Salute ed a quello del Lavoro e delle Politiche Sociali.

"Vogliamo capire - aggiunge Gregori - se il Governo intende valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere, per quanto di propria competenza e di concerto con le autorità regionali competenti, iniziative ispettive e di verifiche sulla sussistenza dei requisiti minimi di regolarità bando recentemente emanato, ed eventualmente procedere all’annullamento della stessa ovvero alla sua revsione con l’inserimento delle clausole sociali a tutela dei lavoratori. Va infatti considerato che l'attuale bando, predisposto da personale dirigente che è stato già indagato dalla Procura di Roma per favoreggiamento e false dichiarazione dinanzi al Pubblico Ministero, in merito alla gara Cup annullata nel 2014, inoltre, non prevede come obbligo, tranne che per le persone con disabilità, la riassunzione del personale attualmente in servizio nel ruolo e nel livello contrattuale raggiunto. Tutto ciò è in contrasto con le disposizioni a tutela del lavoro previsti dalla normativa vigente e dalle nuove direttive comunitarie sulla base anche dei nuovi indirizzi previsti dalla riforma degli appalti pubblici, risultando persino in violazione all’articolo 7 della Legge Regionale del Lazio n. 16/2007".

Per Gregori la mancata indicazione degli inquadramenti economico contrattuali del personale in forza e la logica incardinata nel bando del massimo ribasso, "rischiano di creare una ingiusta disparità di concorso alla gara, tra chi all’interno delle offerte economiche, deve garantire continuità di lavoro e di retribuzionoi e chi, invece, potrebbe subentrare ex novo, senza alcun vincolo, con la possibilità ad esempio di potersi avvalere della disciplina statuita dal c.d. Jobs Act e decreti delegati. La suddivisione in quattro lotti di una gara centralizzata dei 17 servizi di Cup, favorisce accordi lottizzatori e spartitori tra imprese concorrenti e turbative d’asta (come del resto già accaduto per una precedente gara), con il rischio di creare forti disparità di trattamento contrattuale a parità di ruolo tra il personale occupato in lotti differenti. Inoltre – conclude - la suddivisione in lotti è paradossale rispetto al processo di razionalizzazione del sistema sanitario regionale in corso, che prevede l’accorpamento di aziende che fanno parte di lotti differenti".
 

04 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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