Presunzione di innocenza. Omceo Roma: “No alla condanna mediatica dei professionisti sanitari”
L’Omceo rilancia l’appello contro le sentenze precipitose del “tribunale del web” e si dice pronto a intervire anche presso gli altri Ordini e il Garante della Privacy contro questo comportamento che “non solo è ingiusto, ma mina seriamente il principio della presunzione di innocenza”. Oltre a rischiare di “aggravare il dolore delle famiglie” e “creare un ambiente di lavoro teso per i medici, che potrebbe deteriorare la qualità e la serenità dell'assistenza”.
16 DIC - “In un periodo in cui la società è sempre più influenzata dall'immediatezza dell'informazione mediatica, è fondamentale ricordare il ruolo cruciale che i professionisti sanitari svolgono nella nostra comunità. In questi giorni stiamo assistendo a casi di colleghi precipitosamente giudicati dal tribunale del web ancor prima che i fatti siano pienamente accertati attraverso le vie legali appropriate. Questo comportamento non solo è ingiusto, ma mina seriamente il principio della presunzione di innocenza, un pilastro fondamentale del nostro sistema giuridico”. A dirlo, in una nota, è l’Ordine dei medici di Roma (Omceo Roma), che rinnova il proprio impegno per il diritto della presunzione di innocenza e lancia un appello alla società e ai professionisti (media in primis) in questa direzione.
“I medici – precisa l’Omceo -, come tutti i professionisti, possono commettere errori, ma bisogna distinguere tra un errore involontario e un'azione negligente o dolosa. La maggior parte dei medici svolge il proprio lavoro con dedizione, competenza e un profondo senso di responsabilità verso i pazienti. In caso di incidenti, esistono procedure stabilite per valutare la condotta professionale e prendere, accertata definitivamente la colpa, eventuali provvedimenti, anche disciplinari”.
Ne va tenuto conto anche considerato che, sottolinea l’Ordine dei medici capitolino, “la pressione mediatica e l’ostilità pubblica non fanno altro che aggravare il dolore delle famiglie coinvolte e creare un ambiente di lavoro teso per i medici, che potrebbe deteriorare la qualità e la serenità dell'assistenza sanitaria scatenando i fenomeni di medicina difensiva che ben conosciamo. È vitale che i media si attengano a una rappresentazione equa e bilanciata degli eventi, dando voce, avendone però il consenso preventivo, a tutte le parti coinvolte e sempre senza fare nomi degli interessati, dei loro avvocati difensori e rispettando il processo giudiziario ed il segreto istruttorio”.
L'Ordine dei Medici, organo sussidiario dello Stato è impegnato da sempre a tutelare i cittadini ma anche il mondo sanitario dalle condanne pubbliche premature e dalla demonizzazione ingiustificata. L’Ordine dei medici, spiega l’Omceo, “come previsto dalla legge, può agire solo dopo il pronunciamento della sentenza definitiva all’azione disciplinare per giudicare se il comportamento del sanitario sia stato contrario alle norme che regolano il codice di deontologia medica assicurando che ogni caso venga trattato con la serietà e l'attenzione che merita. Chiediamo quindi rispetto per i principi di giustizia e per i diritti dei medici e degli odontoiatri ma anche la garanzia di poter esercitare la propria professione senza il timore di condanne ingiuste o di essere oggetto di campagne diffamatorie. Questo anche a tutela dei cittadini che hanno sempre il diritto di trovare un professionista preparato e sereno, mai pauroso di esercitare la propria professione e mai condizionato nelle decisioni professionali”.
Per l’Omceo di Roma “solo attraverso un dialogo costruttivo e una corretta informazione possiamo sperare di mantenere la fiducia pubblica nel nostro sistema sanitario e nei professionisti che lo rappresentano”.
Da qui l’appello rivolto “a tutti gli attori coinvolti nelle vicende giudiziarie: avvocati, medici, giornalisti e familiari di abbassare i toni perché questo comportamento danneggia tutti quanti”.
L’Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri fa infine sapere di essere “pronto ad intervenire presso gli ordini professionali di appartenenza di tutti gli attori coinvolti ma anche presso il Garante della Privacy, il quale certamente non potrà tollerare, se non a processi chiusi ed eventuali colpe accertate in modo definitivo, la gogna mediatica preventiva che intacca la credibilità e la professionalità di ogni singolo professionista coinvolto”.
16 dicembre 2024
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Lazio