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Richiesta di morire, come supportare il paziente? Un documento condiviso da psicologi, medici e infermieri illustra le competenze, le prassi e le criticità

Per la prima volta in Italia, un tavolo di lavoro multidisciplinare composto da psicologi, medici, infermieri, assistenti spirituali, bioeticisti, giornalisti e familiari si è riunito per offrire le basi traversali e condivise a queste domande

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L’assistenza e la cura di una persona con una malattia in fase avanzata sono esperienze sempre accompagnate da dubbi e interrogativi. E tra questi, il più carico di implicazioni è certamente quello posto da una persona che, con una sofferenza fisica e psicologica e senza prospettive di guarigione, chieda di morire pur di porre fine alla propria condizione. Come considerare in questi casi la richiesta? E in che modo supportare il malato verso una scelta più consapevole?

Per la prima volta in Italia, un tavolo di lavoro multidisciplinare composto da psicologi, medici, infermieri, assistenti spirituali, bioeticisti, giornalisti e familiari si è riunito per offrire le basi traversali e condivise a queste domande. Dal confronto, durato oltre un anno, è scaturito un e-book: “Sofferenza e desiderio di morte: le prassi dello psicologo, medico, infermiere a sostegno della persona”, contenente una serie di elementi in grado di orientare medici, psicologi e infermieri in questo delicato e difficile passaggio. L’iniziativa, promossa dall’ Ordine degli Psicologi del Lazio, in collaborazione con la Società Nazionale Medica Interdisciplinare cure primarie e l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS.

Il documento affronta una tematica su cui convergono prospettive diverse. Se per i sanitari è spesso difficile accettare il rifiuto ai trattamenti disponibili o la revoca di quelli in atto, costoro devono accogliere il punto di vista della persona malata che, se gravemente afflitta in termini fisici e psicologici, ha il diritto di far valere la propria volontà. A tale proposito, la legislazione italiana ha accolto la possibilità del paziente con la legge 219 del 2017 e la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, di revocare o rifiutare o accedere al suicidio volontario medicalmente assistito circostanziato. Tuttavia, grazie al documento, il Tavolo ha aperto un dialogo sugli elementi necessari per affrontare i dilemmi professionali e umani presenti di fronte alla sofferenza dei malati.

Il testo fornisce indicazioni per approfondire le dinamiche psicologiche alla base della scelta del paziente di morire. A seguire, illustra le diverse dimensioni della sofferenza vissute dalla persona, da quella fisica a quella psicologica, spirituale ed esistenziale, arrivando a includere quella sperimentata dall’operatore e dal familiare.

Come spiega Monia Belletti, psicologa, psicoterapeuta e coordinatrice del progetto, “Il Tavolo di lavoro ha affrontato questi temi cercando di dare risposte concrete, ispirate dalle conoscenze attuali, dai dati empirici e dell’esperienza degli operatori, e ponendo al centro il rispetto per la dignità e la volontà della persona. Il testo prodotto è la sintesi delle conoscenze scientifiche e professionali, attualmente disponibili, e vuole essere un punto di partenza e, auspicabilmente, uno spunto per ulteriori valutazioni, analisi, riflessioni ed elaborazioni future quanto mai necessarie in un contesto professionale in continua evoluzione”.



05 luglio 2023
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