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Coronavirus. Anmi: “Diversi medici Inail infetti. Chiediamo più attenzione come per altri colleghi”


"Gli ambulatori di tutta Italia sono rimasti aperti in condizioni divenute progressivamente più difficili, continuano ad esserlo e a ricevere l’utenza. Questa disponibilità, purtroppo non sempre adeguatamente supportata da strumenti logistici, organizzativi, tecnici, sta comportando una sensibile e reiterata esposizione al rischio di contagio degli operatori sanitari". Questa la denuncia della segreteria nazionale Anmi.

30 MAR - "I Dirigenti Medici Inail sono sempre stati convinti del loro ruolo di operatori attivi in seno al Servizio Sanitario Nazionale, come previsto dalle norme di legge e invece troppo spesso dimenticato dai Contratti. Nelle attuali circostanze di gravissime difficoltà, lo stanno ancora una volta dimostrando concretamente con i fatti, rispondendo immediatamente e responsabilmente alla richiesta di aiuto del Paese". Così in una nota la segreteria nazionale Anmi.
 
"La necessità di continuare a garantire le cure e le prestazioni sanitarie necessarie agli assistiti, per supportare le strutture del Servizio Sanitario Regionale ed evitarne il sovraccarico, è stata evidente fin dal primo momento dell’emergenza e ad essa il personale sanitario ha risposto garantendo massima disponibilità nel presidio di tutte le strutture dell’Istituto - si spiega nella nota -. Gli ambulatori di tutta Italia sono rimasti aperti in condizioni divenute progressivamente più difficili, continuano ad esserlo e a ricevere l’utenza, con le necessarie procedure atte a cercare di garantire la sicurezza degli utenti e degli operatori, persino nelle province a più alta diffusione del contagio, ben lontano dal cono di luce dei riflettori giustamente puntati sui colleghi operanti in altri ambiti".
 
"Questa disponibilità, purtroppo non sempre adeguatamente supportata da strumenti logistici, organizzativi, tecnici, sta comportando una sensibile e reiterata esposizione al rischio di contagio degli operatori sanitari, esattamente come accade ai medici e agli infermieri di tutti i Paesi colpiti dalla pandemia: abbiamo dovuto registrare, con dolore e preoccupazione, diversi casi di Medici Inail positivi al Sars-Cov-2, in diverse regioni italiane. Riconoscendo il ruolo e il rischio ad esso connesso, la Regione Veneto ha esplicitamente compreso i sanitari Inail operanti nei centri medico-legali e di prime cure, all’interno della coorte dei 'lavoratori dei servizi essenziali', insieme ai medici di famiglia e a quelli del Ssr, da sottoporre sistematicamente a tampone, per la loro e l’altrui tutela".
 
"La Sanità Inail è componente e risorsa della Sanità Pubblica; chiediamo, come per tutti gli altri colleghi, attenzione e rispetto, tutela e ascolto. I tempi drammatici che viviamo testimoniano come la Medicina Pubblica sia una risorsa inestimabile per i cittadini: la sua scarsa efficienza priva di garanzie la collettività. Gli investimenti corretti nella Sanità Pubblica sono tutela dei soggetti deboli e fragili, sono investimenti nel futuro della nostra società. La Sanità Pubblica necessita di strumenti di governo e di gestione peculiari, tecnici, di logiche di servizio che sappiano garantire in ogni area del Paese il diritto tutelato dall’art. 32 della Costituzione. Questo è lo scenario sfidante con il quale, quando tutto questo sarà passato, dovremo confrontarci. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo", conclude la nota dell'Anmi.

30 marzo 2020
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