Dialisi Peritoneale, una “chance” per pazienti non critici
Sono molti i vantaggi che questa tecnica può offrire sia in termini di qualità della vita, sia di sicurezza ed impatto per la spesa sanitaria. Su questo tema si sono confrontati i nefrologi riuniti a Roma
24 NOV - “La scelta del trattamento curativo più appropriato per un paziente affetto da insufficienza renale grave non deve dipendere esclusivamente da valutazioni di carattere clinico, bensì può e deve tener conto degli aspetti psicologici, emotivi e delle necessità del paziente, puntando così a fornire una terapia che può davvero definirsi personalizzata sulla base delle sue necessità ed aspettative di vita. In questo contesto, quindi, occorre conoscere e valutare accuratamente l’approccio dialitico più opportuno, valutando le peculiarità della Dialisi Peritoneale o domiciliare
È questo il messaggio che arriva da oltre 150 nefrologi italiani, chiamati da Fresenius Medical Care, e riuniti a Roma proprio con l’obiettivo di confrontarsi sulle prospettive della dialisi peritoneale. Tecnica in Italia ancora poco diffusa, al contrario di quanto avviene in molti paesi occidentali, sebbene presenti nei pazienti non critici, vantaggi sia in termini di qualità della vita sia di sicurezza ed impatto per la spesa sanitaria. Attraverso l’introduzione di una soluzione dialitica, il peritoneo, la membrana che riveste la cavità addominale, funziona da filtro naturale trattenendo le impurità e i liquidi in eccesso, i quali sono successivamente estratti attraverso un catetere impiantato nell’addome del paziente
“In Italia si calcola che siano oltre 4mila i pazienti che si sottopongono alla Dialisi Peritoneale – ha spiegato Claudio Ronco, Direttore del Dipartimento di Nefrologia Dialisi dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza – una tecnica che offre un’aspettativa di vita assolutamente sovrapponibile a quella della emodialisi garantendo una miglior qualità di vita ed una miglior gestione del tempo del paziente. In questo momento di crisi finanziaria e di necessità di ottimizzazione delle risorse, il collocamento a domicilio del paziente per una terapia renale sostitutiva con tutte le attenzioni e le sicurezze possibili, rappresenta un vantaggio in termini di salute e benessere del paziente, in termini sociali e di riabilitazione ed in termini finanziari e di spesa pubblica”.
Nel passato la Dialisi peritoneale era considerata un’alternativa alla dialisi extracorporea, oggi invece si tende a dar risalto al concetto dell’integrazione delle tre modalità di trattamento dell’insufficienza renale (Dialisi Peritoneale, dialisi extracorporea e trapianto) nell’ambito di una strategia globale nella cura a lungo termine di questa patologia. “Nel paziente giovane – ha aggiunto Mariano Feriani, U.O. Nefrologia e Dialisi, Ospedale dell’Angelo di Mestre – la Dialisi Peritoneale può essere considerata un ponte tra la fase non dialitica ed il trapianto perché conserva la funzione renale residua, mentre nel paziente anziano consente, nel periodo del suo utilizzo, di risparmiare gli accessi vascolari, punto debole della metodica extracorporea, prolungando così la potenzialità di trattamento in questi pazienti”.
24 novembre 2011
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