Marini (Acoi): “Fermare escalation violenza negli ospedali”
Così il presidente dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani commenta gli ultimi episodi di aggressioi a danno del personale sanitario a Napoli e Palermo. "Tra il problema del contenzioso medico-legale e l'aumento della violenza fisica, rischiamo, in tempi brevi,di non avere piu' chirurghi italiani".
09 APR - "Gli ospedali e addirittura le sale operatorie sono diventate delle trincee, medici, chirurghi e personale ospedaliero dei bersagli da colpire. Nella sola giornata di ieri ci sono state altre due violente aggressioni a
Napoli e
Palermo, una addirittura appena fuori la sala operatoria. Esprimo a nome di tutta la categoria la massima solidarietà, in particolare alla collega donna afferrata alla gola. Le aggressioni ai danni dei chirurghi aumentano di anno in anno per numero e per pericolosità. Cos'altro deve accadere perché si prendano provvedimenti per garantire la sicurezza dei chirurghi negli ospedali?". Lo afferma
Pierluigi Marini, presidente dell'Acoi, Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.
"I chirurghi hanno l'obbligo di dare informazioni relative all'intervento ai pazienti ed ai loro familiari, anche quando queste sono drammatiche per chi le dà e soprattutto per chi le riceve, ma non si può certamente tollerare che ciò si trasformi un un ulteriore rischio professionale. Tra il problema del contenzioso medico-legale e l'aumento della violenza fisica, rischiamo, in tempi brevi,di non avere piu' chirurghi italiani", conclude Marini.
09 aprile 2018
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