Aggressioni ai sanitari. Formiamo subito i giovani medici per affrontare il fenomeno
di Maria Erminia Bottiglieri
Arginare le violenze e le aggressioni in ambito sanitario significa avviare un processo di identificazione delle condizioni di rischio, in modo da intervenire con soluzioni ed indicazioni valide per superare le difficoltà legate all’organizzazione del lavoro e alle precarietà strutturali segnalate prevalentemente dai colleghi che si affacciano al lavoro
09 APR - A margine dell’insediamento al Ministero della Salute dell’
Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari nel richiamare l’attenzione sugli obiettivi fissati dal nuovo organismo: attivare un monitoraggio su tutti i livelli di sicurezza degli operatori sanitari, costruire interventi normativi da sottoporre al Governo ed al Parlamento, proporre misure concrete che li mettano in sicurezza negli ambiti di rischio, innalzando al contempo il loro livello di formazione rispetto alla gestione del rischio, ed intervenire sugli aspetti organizzativi delle singole Asl, delle singole Regioni, perché spesso siamo di fronte a tematiche legate a problemi non solo sociologici ma anche organizzativi, occorre sottolineare l’importanza di una adeguata formazione orientata soprattutto ai giovani medici.
Le Leggi, in effetti, già ci sono come la ‘Legge 81/08, nota come “Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro” – coordinata con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009 n. 106 e con i successivi ulteriori decreti integrativi e correttivi, ma molti degli adempimenti previsti rimangono disattesi. E’ stato perciò predisposta la diffusione di un questionario, peraltro già valutato dall’osservatorio della professione medica ed odontoiatrica al femminile, per far emergere i casi sconosciuti. Sarà inviato, a tal proposito, un sollecito forte alle ASL ed AORN affinchè verifichino la sicurezza delle strutture e delle condizioni in cui operano i sanitari e, laddove ci sono carenze, predispongano fondi vincolati per il ripristino dei requisiti previsti dalle leggi.
Ecco il motivo per cui è necessario immaginare l’adozione di un percorso formativo per i giovani colleghi che si affacciano alla professione, per arginare le violenze e le aggressioni in ambito sanitario significa avviare un processo di identificazione delle condizioni di rischio, in modo da intervenire con soluzioni ed indicazioni valide per superare le difficoltà legate all’organizzazione del lavoro e alle precarietà strutturali segnalate prevalentemente dai colleghi che si affacciano al lavoro.
Maria Erminia Bottiglieri
Coordinatrice Area Strategica Professione Fnomceo
09 aprile 2018
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy