Formazione post-laurea. Troise (Anaao Assomed) scrive a Saitta: “Nei prossimi anni assisteremo ad un’importante carenza di medici”
“Se i laureati in Medicina e Chirurgia sono attualmente in numero più che adeguato alle esigenze della sanità italiana, la sottostima dei contratti di formazione specialistica e di medicina generale produrrà, nei prossimi anni, una carenza importante di medici”. La denuncia arriva da Costantino Troise, segretario Nazionale Anaao Assomed, in una lettera indirizzata all’ Assessore Antonio Saitta. Sullo stesso argomento si è espresso anche Enrico Reginato, presidente Fems. LA LETTERA ANAOO ASSOMED. LA LETTERA FEMS.
15 MAR - “La grave carenza di medici specialisti e di medicina generale che, a causa dei massicci pensionamenti attesi nei prossimi anni, si sta per abbattere sul nostro Ssn è la conseguenza di una programmazione della formazione post-lauream che segue logiche autoreferenziali e particolari piuttosto che il bisogno della sanità pubblica, e privata, di professionisti qualificati in numero coerente con la domanda di salute dei cittadini”. È questo il quadro delineato da
Costantino Troise, segretario Nazionale Anaao Assomed, in una lettera inviata all’ Assessore Antonio Saitta, Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.
“In pratica – ha spiegato ancora Troise - se i laureati in Medicina e Chirurgia sono attualmente, e almeno per i prossimi 6 anni, in numero più che adeguato alle esigenze della sanità italiana, la sottostima dei contratti di formazione specialistica, e di medicina generale, crea un vero e proprio imbuto formativo, destinato a produrre
nei prossimi anni una carenza importante di medici in possesso dei requisiti di accesso al mondo del lavoro”.
Un allarme già da tempo lanciato da Anaao Assomed, sottolineando
“la necessità di incrementare in maniera consistente il numero di contratti per la formazione specialistica, e di medicina generale, per porre riparo all’esodo massiccio che si prepara”.
“Abbiamo accolto con soddisfazione – ha scritto ancora Troise - la notizia della riapertura, da parte del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, del Tavolo Ministeriale per la Medicina Generale, e dell’impegno assunto dalle Regioni di portare a 2000 le Borse per il Corso di Formazione in Medicina Generale, in pratica più del doppio rispetto alle 987 dello scorso anno. Alla soddisfazione del raggiungimento di questo importante traguardo, si accompagna, però, la preoccupazione di vedere cadere nel dimenticatoio la formazione specialistica”.
“
La proposta di un riutilizzo anche dei Contratti di Specializzazione non assegnati negli anni precedenti, non è stata, infatti, accompagnata da una decisione analoga a quella assunta per la medicina generale, e cioè - ha specificato il segretario Nazionale Anaao Assomed - un intervento delle Regioni, con risorse proprie, finalizzato ad integrare i Contratti Ministeriali, palesemente insufficienti, messi a disposizione annualmente per le Scuole di Specializzazione Mediche”.
“Attualmente – ha continuato Troise -
le Regioni contribuiscono alla Formazione Medica Specialistica con poco più di 500 contratti all’anno, ma è diventato necessario e improcrastinabile che si rendano protagoniste del percorso formativo, anche e soprattutto professionalizzante, dei giovani medici, anche attraverso una azione indirizzata allo stanziamento di almeno 2 mila contratti aggiuntivi (la differenza tra numero dei contratti messi a disposizione dal MIUR e reale fabbisogno denunciato dalle stesse Regioni), riducendo sensibilmente la strettoia dell’imbuto formativo”.
Troise ha poi aggiunto che “un contratto di formazione medica specialistica di durata quadriennale costa 102.000 euro lordi (ovvero circa 25.500 € all’anno), per cui il costo complessivo di tale integrazione è stimabile in circa 204 milioni di € (51 milioni/anno), ovvero una media di circa 10,2 milioni di € (2,55 milioni/anno) per Regione. Sono
cifre, alla portata di tutte le Regioni, fondamentali per assicurare un futuro sia al nostro Ssn, garantendo un adeguato turnover di professionisti per i bisogni di salute dei cittadini, sia a tanti giovani medici attualmente ingabbiati in un limbo tra sotto occupazione ed emigrazione”.
“Non sfugge a nessuno che
la sostenibilità del Ssn passa anche per la promozione del ricambio generazionale necessario a coprire i posti di lavoro resi vacanti dal pensionamento massiccio, legato all’esaurimento dello scalone ‘Fornero’ ed al fenomeno della gobba demografica’, che – ha concluso - vedrà andare in quiescenza 58 mila medici specialisti entro i prossimi sette anni (fonte: ANAAO – Conto annuale del Tesoro – Ced-Fnomceo 2015)”.
15 marzo 2018
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