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Diabete. Più di 160 mila persone in farmacia per lo screening durante il DiaDay. Pisanti (Ministero Salute): “Uscire dall’idea di struttura ospedalocentrica”

di Attilia Burke

Di queste persone, circa 18 mila erano in pre-diabete e quindi a grave rischio di sviluppare la malattia, mentre 4.415 erano ignari di essere affetti dalla patologia. “Questi dati riconfermano quanto sia importante spostare sul territorio un'attività così importante come quella della diagnosi e il governo della cronicità”, afferma il Sen. Mandelli, presidente della Fofi.

14 DIC - Sono più di 160 mila le persone che si sono sottoposte al test per l'autoanalisi della glicemia in farmacia in 11 giorni. Di queste, oltre una su 10 (11,90%) sono risultati diabetici, e il 3% non sapeva idea di esserlo. Si tratta di 4.415 persone che, grazie ad una diagnosi precoce, ora possono intervenire per tempo per evitare la comparsa delle complicanze croniche tipiche di questa malattia.
 
Questi alcuni dei risultati del DiaDay, il primo screening nazionale del diabete, eseguito gratuitamente nelle farmacie, un'iniziativa messa in piedi e lanciata dalla “nuova” Federfarma in tempi record, con l'ampio coinvolgimento delle farmacie italiane sul territorio, per un totale di 5.671 presidi coinvolti.
 
“Un risultato strepitoso - commenta il Sen. Andrea Mandelli - Questi dati riconfermano quanto sia importante spostare sul territorio un'attività così importante come quella della diagnosi e il governo della cronicità. La malattia ospedalocentrica italiana dev'essere curata, bisogna rinforzare il presidio farmacia e il ruolo del farmacista sul territorio, un ruolo che abbiamo fortemente voluto con la legge sulla farmacia dei servizi”.
 
E a concordare sulla necessità di uscire da una sistema “antiquato” che vede ancora l'ospedale come punto di riferimento delle cure è Paola Pisanti, responsabile del programma di gestione delle malattie croniche del Ministero della Salute. “Bisogna uscire dall'idea della struttura ospedalocentrica, e i piani sanitari hanno proprio enfatizzato questo concetto: creare una rete di sostegno, interfacciare la medicina specialistica con le cure primarie e l'assistenza domiciliare”.
 
Lo screening nazionale ha permesso anche di individuare 18.881 casi di prediabete. Di questi, i due terzi presentavano valori di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 110mg/dL, mentre per il restante terzo arrivava a toccare massimi di 123 mg/dL. E poco meno della metà (circa il 45%) aveva meno di 65 anni. Questo significa aver dato la possibilità a queste persone di correggere il proprio stile di vita prima di entrare nel percorso di malattia.
 
“Federfarma, con il patrocinio di tutti i soggetti istituzionali che hanno affiancato il progetto ha colpito nel segno - afferma il Sen. Luigi D'Ambrosio Lettieri - E dà una funzione moderna efficace ed efficiente alla farmacia, dove un professionista competente svolge un ruolo certamente di rilevanza sanitaria primaria, ma dove la sfera della sanità sa declinarsi in modo efficace con quella sociale, disegnando anche un percorso socio-sanitario assistenziale che è la scommessa sulla quale si sta lavorando per migliorare la sanità in Italia”.
 
La campagna DiaDay è stata realizzata da Federfarma in collaborazione con AILD (Associazione italiana Lions per il diabete) e SID (Società italiana di diabetologia) ed ha il patrocinio di FOFI, Intergruppo parlamentare Qualità di vita e diabete, Fenagifar (Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti) e AMD (Associazione medici diabetologi).
 
I risultati del DiaDay “non toccano solo la sfera della salute individuale - sottolinea il presidente di Federfarma Marco Cossolo – ma fa risparmiare il Servizio sanitario nazionale, riducendo il numero dei ricoveri, delle analisi, dei farmaci. La campagna DiaDay è stata una dimostrazione concreta di come la rete capillare delle farmacie possa utilmente contribuire all'attività di prevenzione del territorio”.
 
La persona con diabete ben controllato, che fa solo terapie e che non ha complicanze “ha un costo di circa 800 euro all'anno - spiega Giorgio Sesti, presidente SID - La persona che non sa di avere il diabete è la persona che solitamente ha più complicanze perché non si controlla. Esiste un incremento di spesa per ogni singola complicanza, intesa non solo come evento cardiovascolare, ma anche come fattori di rischio aggiuntivi (ipertensione, dislipidemia) costa oltre 7.500 euro all'anno. Il paziente che ha 4 complicanze costa al Ssn dieci volte in più rispetto a chi ha un diabete controllato. Probabilmente a queste 4.400 persone abbiamo risparmiato alcune centinaia di infarti, alcune decine di ictus e regalato molti anni in qualità della vita, e forse abbiamo anche fatto risparmiare qualche euro al Ssn”.
 
Per Paolo Brunetti, presidente AILD, “Il valore di una diagnosi precoce risiede nella maggiore probabilità di prevenire o ritardare, con una terapia farmacologica instaurata tempestivamente, l’insorgenza delle complicanze cardiovascolari, oculari, renali e neurologiche che rendono temibile la malattia. L’indagine ha consentito di individuare circa 19.000 persone affette da prediabete (con glicemia compresa fra 100 e 124 mg%. In tutti questi è possibile realizzare l’ambizioso obiettivo di prevenire l’insorgenza della malattia attraverso l’educazione ad un corretto stile di vita sotto il profilo alimentare e motorio. L’età avanzata, la familiarità diabetica e l’obesità addominale appaiono i principali fattori di rischio per lo sviluppo della malattia.”
 
Attilia Burke

14 dicembre 2017
© Riproduzione riservata

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