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Dialisi: esperti Cattolica e Gemelli propongono linee guida per trattamento clinico ed etico


Una proposta per tutelare il paziente da due possibili errori: quello di interventi eccessivamente aggressivi o, all’opposto, quello della trascuratezza-abbandono terapeutico.

11 MAG - A guidare gli esperti dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli di Roma verso la definizione di libee guida per il trattamento dei pazienti in dialisi è il costante aumento, in Italia, delle persone con malattia renale in fase avanzata-terminale. Attualmente si stima che nel mondo vi siano circa 2.000.000 di pazienti affetti da insufficienza renale cronica sottoposti a trattamento dialitico. Secondo un censimento della Società Italiana di Nefrologia (2004), in Italia sono trattati circa 44.000 pazienti (170 nuovi pazienti per milione di abitanti ogni anno). In questi ultimi anni, spiegano inoltre gli esperti del Gemelli, si è assistito in tutto il mondo a un progressivo aumento dell’età di inizio del trattamento dialitico, spostando gradualmente l’età dei pazienti prevalenti in dialisi intorno ai 70 anni. Sempre più numerosi sono i dializzati sopra gli 80 anni. Pazienti fragili, nei quali all'insufficienza renale si associano (o ne sono la causa) patologie molto severe come cardiopatia ischemica, diabete, ipertensione, vasculopatie polidistrettuali.
Per questo, secondo gli esperti, diventa necessario individuare dei criteri etico-clinici quanto più possibile condivisi dalla comunità scientifica. “In questi casi – spiega Giovanna Luciani, direttrice del Servizio di Emodialisi del Gemelli – molto spesso è prevedibile che il paziente non andrà incontro a un recupero funzionale, ma la sua vita in dialisi, peraltro breve, sarà gravata da complicanze ricorrenti e innumerevoli ricoveri ospedalieri”. Tuttavia, sottolinea l’esperta, “la tecnologia avanzata di cui disponiamo raramente rende inattuabile un trattamento dialitico. La scelta clinica deve dunque avvenire sulla base di una valutazione del paziente nella sua complessità”.
Le linee guida saranno presentate domani nel corso del Seminario “Dialisi sempre? Aspetti medici ed etici dell’indicazione all’emodialisi” promosso dal Servizio di Emodialisi del Gemelli - diretto da Luciani - e dall’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica di Roma - diretto da Antonio G. Spagnolo.
“Il documento elaborato – afferma Spagnolo - non ha certamente la pretesa di costituire una soluzione definitiva alla complessa problematica del non inizio/sospensione della dialisi; essa costituisce, piuttosto, una proposta preliminare, che si intende sottoporre al contributo della comunità scientifica in una prospettiva di etica clinica legata, quindi, non tanto alla ‘fattibilità’ tecnica, ma all’‘appropriatezza’ etica del trattamento in questione” tenuto conto che in alcuni pazienti la gravosità complessiva del trattamento dialitico sarebbe superiore ai benefici attesi.
In sintesi, la proposta di linee-guida, dopo aver introdotto e discusso alcuni criteri decisionali (presenza di malattie concomitanti, prognosi, età, sintomi e qualità di vita, stato cognitivo), fornirà alcune raccomandazioni relative al processo decisionale che riguardano: la necessità che tale processo venga condotto all’interno di un modello relazionale di decisione condivisa (shared decision making), l’opportunità di intraprendere anche un processo di pianificazione terapeutica (advanced care planning), l’auspicabilità di una precoce presa in carico del paziente da parte del nefrologo (early referral), la possibilità di avvalersi, nelle situazioni di maggiore incertezza clinica, di trattamenti dialitici di prova (short trials), il ricorso alla consulenza di etica clinica nelle situazioni maggiormente problematiche.

L.C.
 

11 maggio 2010
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