Nuove linee guida radiologia. Contrari anche Cgil, Cisl e Uil: “Manca chiarezza sui rapporti tra professionisti”
Dopo le critiche espresse da Maria Amato (Pd) e dalla Federazione Tsrm, anche i sindacati confederali mostrano ampie perplessità sulle nuove indicazioni prossime alla pubblicazione in Gazzetta. “Risponde a dinamiche di altri tempi e che contrasta la necessità di dare attuazione all’implementazione delle competenze”. LE NUOVE LINEE GUIDA.
04 NOV - “Le linee guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate approvate dal Ministero della Salute non solo sono inadeguate e limitative rispetto alla necessaria riorganizzazione del Ssn, ma non rispondono neanche a quel bisogno di inequivocabile chiarezza circa il rapporto tra i professionisti che partecipano ai processi di radiologia diagnostica e teleradiologia, la cui assenza ha causato in questi anni un pesante contenzioso giudiziario”. Così
Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl hanno commentato
il provvedimento.
Per le organizzazioni sindacali le linee guida contengono serie criticità: “Sul piano della sostenibilità dei sistemi sanitari esse pongono le Regioni nella condizione di non sfruttare al meglio gli ingenti investimenti in tecnologie fatti in questi anni, su quello dello sviluppo organizzativo impediscono l’implementazione sul territorio di metodologie di assistenza più snelle ed efficienti mentre, su quello della responsabilità, finiscono per ingabbiare ulteriormente le competenze dei professionisti anziché liberarle e metterle al servizio dell’adeguatezza e della qualità delle prestazioni”. Altra criticità risiede nel fatto che le linee guida “confermano, anziché risolverla, la dannosa ambiguità sull’interazione tra medico e tecnico sanitario di radiologia medica”.
Nel complesso per i sindacati confederali il provvedimento “risponde a dinamiche di altri tempi e che contrasta la necessità di dare attuazione all’implementazione delle competenze. Tema di cui si parla a profusione anche negli atti di politica finanziaria e di programmazione (Patto per la salute e legge di stabilità 2015), ma rispetto al quale, a distanza di un anno, la politica non ha avuto il coraggio di passare ai fatti”, hanno proseguito Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl. “Questo, insieme ai tagli della legge di stabilità su regioni e fondo sanitario regionale, rischia di compromettere duramente il sistema sanitario e quindi i percorsi di cura e assistenza”.
La proposta alternativa è quella di “procedere speditamente nell’approvazione degli Accordi sull’implementazione delle competenze, accelerare la conclusione dei percorsi di innovazione organizzativa già avviati e rivedere le linee guida. Per questo abbiamo chiesto – concludono - la convocazione di un incontro urgente al Ministro della Salute e alla Conferenza delle regioni”.
04 novembre 2015
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