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Ancora aggressioni alla Guardia medica. Fimmg: “Fenomeno in crescita. Le donne le più esposte”


Forte presa di posizione della sezione pugliese della continuità assistenziale. Già un'indagine di qualche anno fa del Settore Continuità Assistenziale della Fimmg Nazionale indicava che il 90% dei medici dichiarava di aver subito violenza. Ma anche tra fine 2014 e inizio 2015 si sono registrati episodi inquietanti di varia natura. 

09 APR - La Fimmg Puglia esprime pieno sostegno ai medici di continuità assistenziale “impegnati, nonostante le inefficienze del sistema e a rischio della propria incolumità, a garantire il diritto alla salute dei cittadini pugliesi”. Da anni, sottolinea una nota, la Fimmg chiede di mettere fine ai ciechi tagli lineari in campo sanitario e “da anni denuncia il pericolo di sguarnire e rendere pericolosi i punti dove più spesso è in gioco la vita umana. La leva economicistica utilizzata dal governo regionale ha colpito duramente il nostro servizio sanitario, riducendo in maniera drammatica il numero del personale medico dipendente e i servizi assistenziali”.

La Fimmg lancia quindi un appello a tutti i medici al fine di evitare “inutili e spesso dannose polemiche che talora caratterizzano il confronto tra servizi assistenziali ed invita a ritrovare una comune strategia che inverta questa politica di tagli in sanità. Il nostro servizio sanitario non può continuare ad essere considerato un costo, ma per il ruolo che svolge rappresenta un investimento: senza la salute, infatti, anche le attività produttive sarebbero gravemente compromesse!”.

La continuità assistenziale, dal canto suo, “è impegnata giornalmente nel dare risposte immediate, con competenza e professionalità, spesso operando su quella linea sottile che separa la vita dalla morte. Merita dunque rispetto e considerazione, così come la meritano tutti coloro che quotidianamente vanno a lavorare facendo il proprio dovere con dignità e passione.Invece, assistiamo a minacce quotidiane, aggressioni fisiche con spinte, botte, schiaffi, insulti che sono ormai all’ordine del giorno”.

Negli ambulatori di Guardia Medica da decenni, ormai, denuncia la Fimmg Puglia, “si registra un'escalation di violenza contro i medici, alla quale assiste immobile chi governa la sanità, in barba agli accordi collettivi nazionali per i quali “l’Azienda garantisce altresì che le sedi di servizio siano dotate di idonei locali, di adeguate misure di sicurezza, per la sosta e il riposo dei medici, nonché di servizi igienici”.
Una tabella della Fimmg evidenzia gli episodi più gravi verificatisi sul territorio nazionale negli ultimi mesi. E soltanto nel 2015 si segnala una dottoressa molestata sessualmente dal figlio di una paziente durante una visita domiciliare il 4 gennaio a Vigevano (Pavia), una dottoressa aggredita da uno sconosciuto il 24 gennaio mentre si reca a una visita domiciliare a Lucca e colpi di pistola sparati contro un’auto della guardia medica il 4 aprile a Desulo (Nuoro).

Da una ricerca effettuata qualche anno fa dal Settore Continuità Assistenziale della Fimmg Nazionale, che ha intervistato circa 2458 medici di guardia, è emerso inoltre che il 90% dei medici dichiara di aver subito atti di violenza, il 64% minacce verbali, 11% atti vandalici, 22% percosse e ben il 13% minacce a mano armata con armi improprie. Ben 9 medici su 10 durante tutta la loro attività hanno subìto almeno una volta un’aggressione e 8 su 10 ne hanno subìta più di una. Solo il 13% dei camici bianchi di Continuità Assistenziale, dopo aver subito un'aggressione, decide di rivolgersi alle autorità per denunciare l'episodio. Ma, di questi, solo il 3% non si ritrova più a subire aggressioni: per il restante 10% nulla cambia e gli episodi tornano a ripetersi. 

Il 30%, invece, decide di non segnalare lo spiacevole accaduto, sperando che non riaccada mai più. Il 29%, infine, è talmente provato da chiedere il trasferimento in un'altra sede, e il 35% domanda a familiari o amici di accompagnarlo sul posto di lavoro. In ben il 90% dei casi la violenza si è realizzata in ambulatorio ed è stata conseguente a richieste improprie dell'utenza.

A maggior rischio, poi, sono le donne che svolgono il servizio di Continuità Assistenziale. Il Servizio, infatti, parla sempre più femminile: sempre più donne, poichè impegnate anche in famiglia, scelgono di fare il turno notturno il sabato e domenica.  Recarsi in visita domiciliare durante la notte, con mezzi propri, in luoghi non familiari e in casa di sconosciuti, o ricevere gli assistiti in sedi isolate e senza vigilanza sono le situazioni più pericolose. "Questi sono i numeri da brividi sulla base dei quali Fimmg ha spinto affinchè nell’ultimo Accordo Integrativo Regionale venisse inserita una rimodulazione dell’attività ambulatoriale delle sedi di continuità assistenziale in Puglia, con orari di apertura e chiusura al pubblico, ma con un numero di telefonia fissa sempre disponibile per effettuare tutti gli interventi più opportuni".

Con questo modello organizzativo, sottolinea la Fimmg, “la Guardia Medica effettua quotidianamente un lavoro di primaria importanza nella gestione del territorio e lo dimostrano i dati regionali e nazionali che si possono consultare sul sito del Ministero della Sanità.“Il tasso di ricovero da parte dei medici di continuità assistenziale misura il livello qualitativo di questa professione, la sua capacità di prendersi carico e cura del paziente. Rispetto ad un tasso nazionale di ricoveri ospedalieri prescritti dalla Continuità Assistenziale che è del 3%, la Puglia ha un tasso di ricoveri prescritto del 1,8%".

Sempre in Puglia, l’attività di Guardia Medica si esplica in 1.797.701 ore totali, con 220 ricoveri prescritti ogni 100.000 abitanti e 18.328 visite effettuate ogni 100.000 abitanti. Nei periodi stagionali di epidemia le prestazioni richieste al sistema aumentano per il servizio di Continuità Assistenziale del 100%. “Resta l’amarezza – conclude la Fimmg Puglia - di vedere disattesa la Legge Balduzzi da parte delle Regioni che ancora oggi non riescono a trovare un’intesa per avviare quella rivoluzione dei servizi territoriali attesa dai cittadini”.
Per questa ragione anche la Fimmg Puglia aderisce alle azioni di protesta messe in atto da Fimmg Nazionale che culmineranno nella giornata di sciopero nazionale indetta per il giorno 12 maggio alla quale parteciperanno non solo i medici di continuità assistenziale, ma tutto il settore, medici di famiglia e medici del 118 compresi.
 

09 aprile 2015
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