Punti nascita: ginecologi, “Intervenire su rimborsi e Drg”
Soddisfazione della Sigo per l’approvazione, in Stato-Regioni, del piano di riordino dei punti nascita. Il presidente Giorgio Vittori: “Ginecologi pronti a collaborare, ma per completare la rivoluzione è necessario intervenire anche sui rimborsi e i DRG”
20 DIC - I ginecologi daranno il “pieno appoggio” alle Istituzioni per rendere il riordino dei punti nascita “concreto in tempi brevi, a vantaggio della sicurezza di donne e bambini”. Lo ha affermato Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), esprimendo “la massima soddisfazione” per l’approvazione del piano nazionale di riordino del materno infantile licenziato dalla Conferenza Stato-Regioni. “Si tratta di 10 punti chiave per ridisegnare la mappa della nascita del nostro Paese, riconvertire i centri in modo che siano attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale, garantire a tutti l’accesso all’analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori e monitorare e verificare costantemente le attività”, spiega Vittori, dicendosi certo che “da qui si possa ripartire per rendere sempre più efficiente e completa l’assistenza”. Secondo il presidente della Sigo, “sarà necessario però vigilare fin d’ora soprattutto sull’applicazione degli ultimi due punti del piano, dove si prevede il monitoraggio e la verifica delle attività e l’Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita”. Ma c’è anche un ulteriore passo da fare: “La rivoluzione – afferma Vittori - si compirà solo se si darà il giusto riconoscimento a tutte le fasi, dalla pianificazione familiare alla nascita. Per questo è indispensabile intervenire sui rimborsi. Il Drg per un’artroscopia vale circa 2.500 euro, quello di un parto normale varia dai 1.200 ai 2.000 euro. Tradotto: un menisco o un legamento oggi vale più di un bimbo e la sua mamma. Per non parlare del fatto che tutto questo penalizza pesantemente le “casse” degli ospedali. Se le prestazioni che riguardano l’ostetricia e la ginecologia non vengono rivalutate – conclude il presidente della Sigo -, per far quadrare i conti ci si troverà costretti a limitarle controllandone la quantità e diminuendo la qualità”.
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