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Riforma Pa. Cimo: “Torni ad essere riconosciuta la specificità del medico”


E' questa la richiesta che il sindacato ha presentato ieri al ministro Madia durante l’incontro che, per il vicepresidente vicario Cimo, Guido Quici, è stato “del tutto insoddisfacente”. Con la Riforma Quici teme "l’ennesimo atto persecutorio nei confronti dei dipendenti pubblici che da anni hanno già dato il proprio contributo allo Stato".

13 GIU - “Del tutto insoddisfacente”. Questo il commento del vicepresidente vicario Cimo, Guido Quici, sull’incontro di ieri al ministero della Funzione Pubblica.“Questa Riforma – afferma Quici - non ci può riguardare”. Cimo chiede infatti da tempo, ed è tornata a chiedere ieri, il riconoscimento della peculiarità del medico del SSN rispetto al resto della dirigenza pubblica. “Non è sufficiente che si affermi che i medici sono professionisti di elevata specialità e devono essere esclusi da queste regole, occorre concretizzare norme che lo certifichino”.

Quici spiega quindi che Cimo ha presentato una proposta di una carriera basata sulla verifica delle competenze professionali, “non certo sui risultati del PIL. Noi vogliamo che il nostro Ministro di riferimento sia il Ministro della Salute non quello della Funzione Pubblica perché la nostra specificità è nel lavoro che facciamo e questa peculiarità deve tornare ad essere riconosciuta, superando la follia del “tutti dirigenti” che negli anni ‘90 ha omologato in un unico ruolo professioni diverse”.

Quello presentato dal ministro Madia, prosegue Quici, “è un testo virtuale dove non è stata inserita la promessa separazione tra indirizzo politico e autonomia del dirigente, non si intravede nessun progetto di crescita, è un salto nel vuoto anche rispetto al tanto criticato Decreto Brunetta. E’ l’ennesimo atto persecutorio nei confronti dei dipendenti pubblici che da anni, tra tagli lineari, blocco del turnover ed innovazioni involutive hanno già dato il proprio contributo allo Stato. Attendiamo oggi il testo definitivo, nel quale ci aspettiamo che quanto chiediamo, e su cui molti sembrano oggi concordare, trovi la sua definizione normativa, a partire da nuove regole di accesso che faccia scomparire la vergogna del precariato e che consenta di fare contratti che non penalizzino e demotivino ulteriormente la categoria”.

13 giugno 2014
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