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Farmacie. Mnlf: "Riforme settore fallite e passi indietro nel campo dei diritti"


E' l'allarme lanciato dal Movimento nazionale liberi farmacisti nel corso di un convegno a Chianciano. "Le nuove farmacie, quando saranno aperte e se saranno aperte, saranno localizzate in luoghi scarsamente abitati portando poca concorrenza e servizio".

16 DIC - I problemi legati al lavoro, le ipotesi di riforma in campo farmaceutico e un nuovo assetto dell’Enpaf. Questi i principali temi discussi nel corso del convegno "Dai voce alle tue idee" che si è svolto a Chianciano Terme organizzato dal Movimento nazionale liberi farmacisti e dalla Confederazione unitaria delle libere parafarmacie italiane.

L'analisi della situazione svolta dal Presidente del MNLF Vincenzo Devito e condivisa dalla platea, è stata di quelle senza appello: le riforme del settore farmaceutico sono fallite o poste su un binario morto e, paradossalmente, si stanno facendo passi indietro nella tutela dei diritti.
A cominciare da quelli legati al lavoro ove stanno sempre più prendendo campo contratti atipici che Devito ha definito vergognosi riferendosi ai contratti coordinati e continuativi (Co.Co.Co.) e a quelli di "pseudo stage" che in definitiva “non sono altro che una forma di sfruttamento del personale laureato ed abilitato”. Contratti che non sono motivati dalla crisi, il settore ha sofferto meno di altri in questa crisi economica, ma dall'esigenza da parte delle farmacie di allungare l'orario di apertura.

Devito ha poi sottolineato che “le proposte di rinnovo del contratto non ci piacciono per niente, non ci piacciono i tentativi di ridurre ulteriormente i diritti dei lavoratori, in questo campo è sempre più necessario cambiare la tipologia contrattuale spostandolo dal commercio a quello sanitario, solo così saranno da considerarsi serie le richieste di dare una valenza realmente sanitaria alla farmacia italiana”.

Sul lato delle riforme, le analisi e le proposte hanno fatto evidenziare il sostanziale stallo di quelle messe in campo, l'abbassamento del quorum e il conseguente concorso sono volutamente bloccati da scelte che hanno posto in primo piano solo l'interesse dei titolari di farmacia e non quello dei cittadini. "Le nuove farmacie, quando saranno aperte e se saranno aperte, saranno localizzate in luoghi scarsamente abitati portando poca concorrenza e servizio".

La via indicata è quella del libero esercizio della professione con la creazione di una farmacia non convenzionata che andrà ad affiancarsi a quella convenzionata creando le premesse per una vera concorrenza nel settore della distribuzione del farmaco a tutto vantaggio dei cittadini.
Tra gli argomenti toccati nella discussione quello dell'Enpaf: non è più rinviabile una riforma strutturale dell'ente di previdenza dei farmacisti italiani, questa l'analisi totalmente condivisa dai presenti. Oggi l'Ente, a fronte di contributi versati obbligatoriamente, non riesce a garantire equità di contribuzione, tutti i redditi sono trattati alla stessa maniera facendo venire meno quel principio di proporzionalità cardine nel sistema fiscale italiano.
 
Dal dibattito è emersa la volontà di unire le rivendicazioni che vengono da ampi strati della categoria: i problemi degli informatori scientifici, la loro sofferenza non è da meno dalle difficoltà dei colleghi ospedalieri e i problemi dei farmacisti dipendenti non sono meno importanti di quelli dei titolari di parafarmacia e viceversa, ha detto Devito in conclusione dell'incontro: "nessuno creda di farcela da solo, l'unità d'intenti è fondamentale per guidare il cambiamento"
 

16 dicembre 2013
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