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Sciopero sanità. I protagonisti/4. Spanò: "Lorenzin può evitarlo. Ci dia certezze sul contratto"

di Gennaro Barbieri

"Un riscontro di questo genere potrebbe indurci a considerare l'ipotesi di sospendere lo sciopero". Così il segretario nazionale di Sds-Snabi a tre giorni dall'incontro con il ministro della Salute. "Ma in generale non nutro grande ottimismo, anche se proprio di recente abbiamo registrato qualche segnale incoraggiante"

15 LUG - A pochi giorni dallo sciopero nazionale che il prossimo 22 luglio farà incrociare le braccia per 4 ore a tutta la dirigenza del Ssn e a tre giorni dall'incontro con il ministro Lorenzin, fissato per il 18, il segretario nazionale Sds Snabi, settore Dirigenza Anaao,  Alberto Spanò, ci ha spiegato alcune delle cause che hanno portato a questa decisione. "Servono risposte immediate e concrete sul contratto, ma anche su aspetti nodali come il profilo assicurativo e il tema del precariato che rappresenta un problema atavico per la sanità italiana". 
 
Quali sono i motivi che vi hanno indotto ad aderire a questo sciopero?
Il nodo principale è quello legato alla blocco della contrattazione: si tratta ormai di un problema patologico e che richiede una risposta immediata. Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno e lo sciopero è diventato l'unico strumento efficace per tentare di sbloccare la situazione. Avviare un tavolo è indispensabile, in quanto sono tantissime le questioni irrisolte che pervadono la sanità italiana. C'è il profilo assicurativo, tema su cui condividiamo le stesse preoccupazioni dei medici e su cui attendiamo un intervento normativo perché è inammissibile che le responsabilità ricadano sempre e interamente sui camici bianchi. Per quanto riguarda la dirigenza sanitaria, i rischi sono addirittura il collasso e l'implosione, a causa di un blocco del turn over non più sostenibile. Le difficoltà sono pluriennali, con le nostre dotazioni organiche che hanno subito un forte invecchiamento, registrando una riduzione che si colloca tra il 30% e il 35%. E' quindi sempre più difficile riuscire a fornire una copertura adeguata e gli effetti negativi di questa dinamica si ripercuotono sui cittadini.

Come giudica l'operato di questo Esecutivo?
In questi primi mesi ho ascoltato numerosi buoni propositi e l'approccio sembra essere quello giusto. Tuttavia siamo ancora in una fase preliminare e quindi è difficile esprimere giudizi netti. La vera sfida risiede nel riuscire tradurre in azioni concrete le intenzioni: troppe volte a parole condivisibili non sono poi seguiti interventi incisivi. La sanità, oggi come non mai, ha urgente bisogno di concretezza nelle risposte. Stiamo affogando nella burocrazia dei tagli e la definizione del profilo operativo non è più rinviabile.

Quali aspettative avete, a breve termine, per le richieste avanzate?
In generale non nutro grande ottimismo, anche se proprio di recente abbiamo registrato qualche segnale incoraggiante, soprattutto da quando Claudio Montaldo è stato nominato presidente del Comitato di settore Regioni-sanità. Forse si è iniziata a comprendere l'impellente necessità di avviare un confronto serio e articolato. E in questo senso, bisogna fornire una risposta urgente sul tema del precariato: in sanità è ormai un problema storicizzato e atavico che, sommato alla enormi sofferenze patite dagli organici, rischia dio generare una miscela pericolosissima.

Il ministro vi ha convocati il prossimo 18 luglio, cosa vi aspettate da questo incontro? Quali sono i margini per ritirare lo sciopero?
L'importante è che al termine dell'incontro emerga qualche segnale concreto, E, in questo senso, mi riferisco ai temi cardine in campo. Il tavolo dovrà rappresentare l'occasione per ottenere annunci immediati ed efficaci sulla questione delle assicurazioni e sul problema del precariato. Altro aspetto su cui concentreremo l'attenzione sarà il capitolo legato alle professioni sanitarie. Per quanto riguarda l'aspetto contrattuale, mi auguro almeno una risposta preliminare: un riscontro di questo genere potrebbe indurci a considerare l'ipotesi di sospendere lo sciopero.

Vedi le altre interviste: Troise (Anaao Assomed), Masucci (Uil Fpl Medici), Cassi (Cimo Asmd)

Gennaro Barbieri
 

15 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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