“Alla luce delle nuove evidenze scientifiche, delle nuove opportunità di trattamento farmacologico e dei nuovi modelli di intervento integrati, si ravvede la necessità di ampliare l’offerta dei servizi delle dipendenze. Gli obiettivi strategici sono quelli di diventare più attrattivi per i vari target di utenza, intercettare il prima possibile le nuove forme di dipendenza patologica, migliorare la qualità dell’offerta di cura” ha affermato Roberta Balestra in occasione dell’avvio a Roma del tredicesimo congresso nazionale di FeDerSerD, la società scientifica dei professionisti delle dipendenze.
Quattrocento operatori dei Servizi per le dipendenze (SerD) sono impegnati ad aggiornare la fotografia del fenomeno e a condividere modelli di intervento più adeguati ed efficaci a rispondere alle nuove dipendenze. Cosa dicono i dati sulle modalità di consumo, quali sono i costi sociali e sanitari delle dipendenze non trattate in modo precoce, come funziona il sistema di allerta precoce sulle nuove sostanze psicoattive, come usare queste evidenze per migliorare l’offerta di cura. L’ampia riflessione ha visto impegnate le massime esperte di organizzazioni di ricerca europee e nazionali, dall’Osservatorio europeo sulle dipendenze di Lisbona, al Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, fino al Centro Nazionale Ricerche, all’Istituto Superiore di sanità, all’Osservatorio OISED.
Dalle relazioni è emerso quanto sia ancora lunga la strada da fare perché questo settore specialistico venga correttamente riconosciuto come nodo strategico di una nuova sanità territoriale. Appare chiaro che gli investimenti pubblici a favore dei SerD risultano insufficienti ad offrire risposte preventive e di cura in linea con le nuove esigenze dei cittadini e non consentono di assicurare i livelli essenziali di assistenza in tutte le regioni.
Inoltre, il bisogno inespresso di cura è un dato sempre più preoccupante, tanto che le persone con problematiche di dipendenza non in trattamento superano di molto quelle già in contatto coi Servizi. Servono servizi più accessibili, organizzazioni più flessibili e più disponibili ad incontrare le esigenze delle persone, anche nei contesti territoriali.
Persistono atteggiamenti pregiudiziali, purtroppo anche in ambito sanitario, che non facilitano l’accesso tempestivo ai servizi di cura delle persone e dei familiari, incrementando vissuti di vergogna e paura. La lotta allo stigma per essere vinta ha bisogno di una forte azione culturale.
“È necessario intercettare il più precocemente possibile i fenomeni dei consumi problematici, sempre più diffusi e trasversali; occorre relazionarsi con tutti gli specialisti della sanità, con i servizi sociali e il terzo settore, in una reale integrazione sociosanitaria ed interdisciplinare, per affrontare la complessità dei bisogni che caratterizzano la dipendenza” – ha dichiarato la presidente Roberta Balestra in apertura, ponendo l’accento sul malessere dei giovani, che può indurre comportamenti a rischio, come il consumo di alcol, di psicofarmaci non prescritti e di sostanze stupefacenti.
Poiché ad oggi manca una formazione specifica a livello accademico, FeDerSerD ha assunto l’impegno di proseguire con le iniziative formative e di aggiornamento specialistico dedicate a tutte le professionalità impegnate nel settore delle dipendenze,
La tavola rotonda conclusiva della prima giornata, condotta dal Direttore di QS, ha analizzato criticamente lo stato di salute del sistema di intervento pubblico-privato sulle dipendenze, lanciando idee e suggestioni su come coprogettare interventi integrati capaci di mettere al centro la persona, rispettando la sua unicità e i suoi bisogni.