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Decreto liste d’attesa. Snami: “Benefici fiscali solo per medici dipendenti, norma da correggere subito”   


Il sindacato scrive a Schillaci per chiedere la modifica della norma del decreto che detassa del 15% le prestazioni di lavoro aggiuntive dei medici a cui si applica il Ccnl. “Nei servizi di emergenza urgenza, il personale del Ssn opera in modo integrato, includendo sia dipendenti che medici convenzionati. Serve un intervento legislativo che equipari il trattamento fiscale delle prestazioni aggiuntive per tutti i medici operanti con rapporto diretto Ssn”.

08 LUG - Il sindacato autonomo medici italiani Snami segnala una problematica del Decreto Liste d’Attesa, in vigore dal 10 giugno 2024, e chiede una correzione da subito in sede di conversione con una missiva rivolta al Ministro della Salute e al Presidente del Consiglio.

“Il Decreto prevede che le prestazioni di lavoro aggiuntive dei medici siano detassate al 15% - dice in una nota Angelo Testa, presidente nazionale Snami- ma questo provvedimento, sebbene riconosca il sacrificio dei medici, si applica esclusivamente a coloro che hanno un contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL)”.

“Nei servizi di emergenza urgenza, il personale del Servizio Sanitario Nazionale opera in modo integrato - aggiunge Roberto Pieralli, presidente regionale Snami Emilia Romagna - includendo sia dipendenti che medici convenzionati secondo gli Accordi Collettivi Nazionali ai sensi del Dl 502/92. Tuttavia la normativa attuale crea una disparità fiscale: i medici dipendenti beneficiano della tassazione al 15% sulle prestazioni aggiuntive, mentre i medici convenzionati restano soggetti a una tassazione di gran lunga superiore, nonostante le prestazioni aggiuntive siano identiche per tempistiche e modalità”.

“Per questi motivi - conclude il leader dello Snami-il nostro sindacato richiede un intervento legislativo che equipari il trattamento fiscale delle prestazioni aggiuntive per tutti i medici operanti con rapporto diretto SSN, sia esso da CCNL o ACN, al fine di evitare ingiustizie e garantire parità di trattamento”.

08 luglio 2024
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