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Via il test d’accesso a Medicina. Esposito (Fmt): “Basta improvvisazione, serve programmazione”  


Per Francesco Esposito, segretario nazionale di FMT, se è vero che mancano i medici, lo è anche che “i giovani medici vanno a lavorare all’estero perché le condizioni sono migliori, e al contempo le Regioni importano medici stranieri. Assurdo!”. Duque “si punti sulla sburocratizzazione, ma anche sulla valorizzazione del lavoro medico, con aumento di salari, compensi e più tutele”.

30 APR - Infuriano le polemiche sulla proposta di modifica del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina in discussione nel Parlamento. Anche la Federazione dei Medici Territoriali- FMT ha analizzato questa ipotesi e ne ha criticato molti aspetti. Per Francesco Esposito, segretario nazionale di FMT, è giunto il momento di finirla con le “improvvisazioni” ed è ora di cambiare rotta: “Programmazione è la parola magica, purtroppo da troppi anni assente dall’agenda politica sul SSN. Da alcuni decenni l'incapacità di programmare ha portato prima la pletora medica, poi la carenza di professionisti. L’ultima ‘trovata’ è in discussione in Parlamento, leggiamo che il Governo vuole cambiare il sistema d'ingresso per l'accesso alla facoltà di medicina. E abbiamo dei dubbi, seri dubbi”.

“Non discuteremo, in questa sede, a fondo sul metodo, già oggetto di molte polemiche - spiega - ma vorremmo che finalmente si facesse una riflessione vera che partisse da una seria programmazione per evitare di ricreare una situazione di pletora medica. E ci chiediamo anche se le nostre università possano accogliere decina di migliaia di aspiranti medici. Già da qualche esponente del mondo accademico sono arrivate vibranti critiche. Però sulle modalità di selezione qualche osservazione vogliamo farla: siamo sicuri che non si vadano così a creare dei centri di potere nelle mani di pochi docenti che decideranno, arbitrariamente, la sorte di migliaia di futuri medici?”.

“Nel frattempo le Regioni importano medici stranieri dall'estero - aggiunge Esposito -, mentre migliaia di medici italiani fuggono negli altri paesi europei, dove trovano migliori condizioni economiche di lavoro. Basterebbe fare un calcolo su quanto ci costa questa realtà, formarli nelle nostre università per poi perderli, e vedere se non è più fruttuoso trattenere i nostri giovani professionisti. Con un sistema cervellotico dal punto di vista economico: si bloccano le assunzioni ma si ricorre ai ‘gettonisti’ per coprire le carenze, con costi aggiuntivi enormi. Una operazione di cosmesi contabile: si trasferisce il costo del personale a quello di acquisto beni e servizi, così in apparenza si risparmia, ma in realtà si continua a ricadere sulla fiscalità generale. Con due turni dei ‘gettonisti’ potremmo incentivare i nostri medici per un mese, rendendo attraente economicamente alcune specialità”.

Per il segretario nazionale di FMT, “questo sistema è grottesco. Pensiamo anche all'emergenza-urgenza, al 118, per carenza di medici stiamo demedicalizzando le nostre ambulanze, così ingolfando i pronti soccorso, mentre l'obbiettivo dovrebbe essere l'opposto, cioè evitare il caos nei pronto soccorso potenziando il territorio. Infine, i medici di famiglia che lasciano il lavoro perché appesantiti da pratiche burocratiche inutili e le istituzioni sanitarie nazionali invece che fanno? Si inventano oltre 100 note Aifa con una serie di ripetizioni inutili di piani terapeutici che sottraggono tempo alla cura delle persone”.

“È ora di cambiare rotta - conclude Esposito - basta improvvisazione, serve programmare, sburocratizzare e finanziare adeguatamente il SSN e puntare sui professionisti per rendere la sanità pubblica attrattiva e per salvarla da questo inesorabile declino”.

30 aprile 2024
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