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Medici di famiglia. Snami: “Dipendenza non è la via migliore. Il Ministro c’incontri”


Il presidente Testa: “Il rapporto di dipendenza dei medici, anche se finalizzato all’inserimento nelle Case di comunità non ci pare la via migliore per risolvere tanti problemi della sanità pubblica. Serve chiarezza a sostegno di tutti i medici di medicina generale e per questo continuiamo a sostenere la necessità di una concertazione che sia costante tra le parti coinvolte”.

20 GIU -

“Valuteremo il testo dell’eventuale riforma ma anzitutto attendiamo un incontro con il ministro Schillaci”. Lo dice il presidente nazionale Snami Angelo Testa, riferendosi al progetto che il governo sembra intenzionato a sostenere per dare supporto alle nuove Case di comunità, previste con i fondi del Pnrr. Le perplessità però non mancano sia tra i vertici del sindacato sia tra i medici di medicina generale.

L’ipotesi di riforma prevede una specializzazione universitaria finalizzata e un vero e proprio rapporto di lavoro dipendente per i giovani medici di medicina generale che concluderanno il percorso di formazione.

Di fatto, viene abbandonata quasi del tutto la convenzione e quelle in atto andranno progressivamente ad esaurirsi. Un passo mosso dal governo sicuramente non concordato con le organizzazioni sindacali e con le categorie di riferimento. “Il rapporto di dipendenza dei medici, anche se finalizzato all’inserimento nelle Case di comunità - dice il presidente Testa – non ci pare la via migliore per risolvere tanti problemi della sanità pubblica”.

“Siamo – prosegue la nota - assolutamente favorevoli ad una riorganizzazione della formazione con un percorso universitario con un SSD specifico che dia un titolo specialistico universitario ai medici di medicina generale e facendoli entrare a pieno titolo all’interno dei corsi universitari di medicina e chirurgia ma senza che vi sia un mutamento giuslavoristico contrattuale”.

Lo Snami “reclama un tavolo in presenza anzitutto del ministro. Il progetto pone l’accento principalmente sui giovani dei percorsi universitari che andrebbero inevitabilmente a confluire nelle nuove strutture ma senza poter scegliere tra convenzione o rapporto lavorativo dipendente.

Gli attuali medici di medicina generale invece, già in convenzione, potrebbero passare al rapporto di lavoro dipendente oppure mantenere lo status, comunque destinato a conclusione. I punti che il governo intende sviluppare sono allo stato poco valutabili”. “Serve chiarezza a sostegno di tutti i medici di medicina generale – continua il presidente Testa – e per questo continuiamo a sostenere la necessità di una concertazione che sia costante tra le parti coinvolte”.



20 giugno 2023
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