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Case di Comunità. I pediatri della Fimp d’accordo con Gemmato: “Modello non sostenibile”


Il Presidente Antonio D’Avino: “Siamo lieti che si sia preso atto della difficoltà di realizzazione e sostenibilità del progetto, tra mancata copertura finanziaria e carenza di personale sanitario. Ora torniamo a investire su prossimità e capillarità, parole chiave per la salute degli italiani. Ripartiamo dal rapporto fiduciario con le famiglie, tratto distintivo del nostro lavoro e di quello di tutti i Medici delle Cure Primarie”.

29 NOV -

“Siamo davvero lieti che si sia preso atto della difficoltà di realizzazione e sostenibilità delle Case della Comunità, inserite all’interno del PNRR e del DM77 che riforma la Sanità Territoriale. Il modello organizzativo non ci è mai parso sostenibile, dalla mancata copertura finanziaria alla carenza di personale sanitario. Ora torniamo a investire su prossimità e capillarità, parole chiave del presente e del futuro della salute degli italiani. Ripartiamo dal rapporto fiduciario con le famiglie, tratto distintivo del nostro lavoro di Pediatri di Famiglia e di quello di tutti i Medici delle Cure Primarie”.

Questo il commento del Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri Antonio D’Avino all’apertura del Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato rispetto a una revisione dei provvedimenti, a favore di una maggiore centralità di Pediatri di Famiglia, Medici di Medicina Generale e Farmacisti.

“Il concetto di prossimità è già presente nella riforma – ricorda D’Avino – ma deve diventare pietra angolare di modelli a crescente intensità assistenziale, modulati sui bisogni dei pazienti e dei territori, a partire da chi quelle persone e quelle aree, magari impervie e isolate nell’Italia interna, le conosce e le vive ogni giorno. La figura del Pediatra di Famiglia è centrale in questa lettura, anche rispetto alla sostenibilità dell’intero Servizio Sanitario Nazionale”.

“La volontà di ragionamento a partire da tali premesse, espressa dal Ministro della Salute Schillaci – conclude D’Avino – esprime un approccio per noi vitale. Partire dai professionisti, che ci sono, e non dalle strutture, che non ci sono, ci pare un segnale di buonsenso, cui confidiamo seguirà un confronto aperto e franco sull’attribuzione di funzioni dei professionisti, nell’interesse superiore della salute dei bambini che abbiamo in cura e delle loro famiglie. Attendiamo in tal senso la convocazione di un incontro istituzionale, certi che tanti ne seguiranno”.



29 novembre 2022
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