Gli Omceo, alla stregua di quanto fatto durante la pandemia da Covid-19 nel caso delle vaccinazioni, analizzeranno la situazione di ogni singolo iscritto e avvieranno i necessari procedimenti disciplinari in caso di colleghi non in regola con il percorso formativo Ecm, in scadenza il prossimo 31 dicembre.
Giovanni Leoni, Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Venezia e Vicepresidente della Fnomceo conferma l’attenzione degli Ordini verso la formazione continua degli iscritti ed auspica una “massiccia ondata di partecipazione” dei camici bianchi per mettersi in regola ed evitare sanzioni e il rischio di non riuscire ad accedere alla copertura assicurativa.
Presidente, manca davvero poco tempo alla scadenza del triennio formativo. Si tratta di un appuntamento che riguarda tutti gli operatori sanitari ed è un obbligo di legge. La formazione continua è anche però un obbligo deontologico…
Esistono articoli dedicati alla formazione continua permanente, legata a quella che è la qualità professionale. Ebbene, le conoscenze in campo medico si aggiornano con sempre maggior velocità. Se fino agli anni ’50 ci volevano 50 anni affinché le conoscenze in campo medico si raddoppiassero, dagli anni ’80 in poi questo tempo si è dimezzato. Attualmente, parliamo anche di poche settimane. Il medico è ben disposto alla formazione, altrimenti non supererebbe sei anni di studi, più quelli della specialità e la problematica di avere un aggiornamento sul campo che il professionista pratica nella quotidianità. Se pensiamo solo al livello di competizione che c’è, ad esempio, nella branca odontoiatrica, così come c’è in tutte le branche libero-professionali, si capisce che sulla qualità dell’offerta si gioca anche la sopravvivenza stessa di un odontoiatra o di un medico. Per quanto riguarda invece il Servizio sanitario nazionale, nel campo delle responsabilità di équipe si gioca quella che è la crescita professionale che è responsabilità del direttore di struttura, che cerca di far maturare e crescere tutti i suoi collaboratori. Questo per dire che i medici e gli odontoiatri sono sempre stati disposti a crescere culturalmente. Quello che cambia è la certificazione, cioè il dover dimostrare, con un sistema di rilevazione, che un professionista è a posto dal punto di vista formativo.
Qualche mese fa il Cogeaps ha inviato a tutte le federazioni delle comunicazioni che fotografavano la situazione formativa dei professionisti sanitari. Voi l’avete comunicata ai vostri iscritti? Ci può fare un quadro della situazione?
La formazione continua in medicina è un vero obbligo di legge che prevede sanzioni per gli inadempienti. Una di queste riguarda l’impossibilità di accedere alla copertura assicurativa se si raccolgono meno del 70% dei crediti necessari. I vostri iscritti ne sono consapevoli?
Considero questo uno stimolo a tutti i colleghi a certificare la propria situazione formativa. La formazione permanente è parte integrante della giornata lavorativa del medico, il quale assorbe sistematicamente informazioni ed è personalmente interessato alla sua branca specialistica, semplicemente perché questa è la sua natura. Gli Ordini, come è stato fatto per quanto riguardava la situazione Covid, faranno semplicemente il loro lavoro: analisi della situazione ed eventualmente avvio di procedimenti disciplinari verso i colleghi non in regola con i percorsi formativi. Questo perché la natura degli Omceo è quella di essere istituzioni al servizio dei cittadini. È nostro compito registrare in un primo momento la laurea del professionista iscritto, una volta anche l’abilitazione ma oggi no perché la laurea è abilitante e, a seguito, registrare la certificazione che un medico è in regola con il suo percorso formativo. Quanto è stato fatto per quanto riguarda il percorso vaccinale, lo faremo anche per il percorso formativo. Questo perché, semplicemente, è il nostro lavoro.