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Medicina. Lenzi (Cun): “Entrerà uno studente su 8, ma 3.000 non troveranno lavoro nel Ssn"


Per il presidente del Consiglio Universitario Nazionale la criticità non sono i quiz iniziali, ma l’accesso alle specializzazioni e ai posti di medicina generale messi a bando dal Servizio sanitario nazionale, inferiori del 30 % ai neolaureati.

03 SET - “Il vero ‘collo di bottiglia’ alle facoltà di medicina non sono tanto i quiz iniziali ma l’accesso alle specializzazioni e ai posti di medicina generale messi a bando in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale”. E così se anche un concorrente su otto nelle prove di accesso a medicina riuscirà ad entrare nelle università pubbliche, in 3mila (il 30% di chi entra questo anno all’università e si laurea entro 6 anni), resteranno senza occupazione nella sanità pubblica.

È quanto afferma Andrea Lenzi, Presidente della Conferenza permanente dei presidenti di Consiglio di corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia e Presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun) che propone per uscire dall'impasse di incrementare il numero dei posti delle scuole di specializzazioni e quindi i contratti di formazione anche reperendo fondi altrove.
 
Infatti su 11mila studenti che supereranno i test quest’anno e inizieranno il percorso di studi in medicina riusciranno a laurearsi, fra 6 anni, 8.500/9.000 studenti (l’80% degli iscritti si laurea infatti entro il 1° anno fuori corso). I posti disponibili per le scuole di specializzazione sono invece 5mila e quelli per medicina generale circa mille. Resteranno così senza una occupazione qualificata 3mila nuovi medici.

“Il numero dei laureati – ha spiegato Lenzi – è adeguato a coprire il turn-over dei medici e scongiurare il rischio del calo di medici ipotizzato per il futuro ma nasconde un’altra realtà: avremo circa 3mila laureati in medicina che non potranno specializzarsi ne’ essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale. Nessun Paese può più permettersi di fare iscrivere a Medicina giovani senza garantire loro una futura occupazione, è un costo economico e sociale insostenibile. Il problema si verificherà dopo la laurea – ha aggiunto – perché il numero di posti messi a bando per le specializzazioni e per medicina generale è inferiore al numero dei futuri neolaureati".

Secondo Lenzi ‘‘si tratta di un problema sociale importante che lascia i neolaureati privi della possibilità di specializzarsi”.

Da qui la proposta di Lenzi: “È fondamentale che si generi in tempo utile una soluzione, incrementando il numero dei posti delle scuole di specializzazioni e quindi i contratti di formazione anche reperendo fondi altrove. Si potrebbe incrementare il numero di contratti da parte delle Regioni e consentire anche quello di eventuali Fondazioni e dalla Sanità privata, che usufruisce ed ha bisogno di specialisti formati dal sistema universitario".
 
Per quanto riguarda i test che prenderanno il via domani le università pubbliche più gettonate - secondo i dati A.A.2012-13 Osservatorio conferenza presidenti consiglio di corso di laurea in medicina e chirurgia- saranno: Roma Sapienza 1 e 2 (7.830 domande); Milano Statale (4.013 domande), Napoli Federico II (3.831); Torino (3.721 domande), Bari (3.493), Padova (3.218), Catania (3.154) e Palermo (3.122).

03 settembre 2012
© Riproduzione riservata

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