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I risultati dell'indagine Assomedico


13 MAG - I medici promuovono l’introduzione, in caso di controversia, del processo di mediazione con il paziente per arrivare ad una conciliazione.
Una soluzione che porterà beneficio sia ai camici bianchi sia ai pazienti, e con una riduzione dei costi assicurativi sostenuti dai professionisti. Non solo, la conciliazione potrebbe avere un impatto positivo anche sul rapporto con il paziente.
Sono questi i risultati dell’indagine condotta, nel mese di Aprile, da Assomedico - associazione senza scopo di lucro che studia e realizza, personalizzandoli, programmi assicurativi, previdenziali e finanziari per gli operatori della sanità - su un campione rappresentativo di soci (il 62% dei quali è in regime di convenzione con il Ssn e il 57% esercita la libera professione).
Obiettivo dell’indagine è stato capire qual è l’opinione dei camici bianchi sull’entrata in scena, dalla primavera del 2011, dell’obbligatorietà del tentativo di conciliazione come sancito dal decreto legislativo 28 del 2010.
Un primo dato emerso dallo studio è che il 66,5% dei medici ancora ignora queste nuove disposizioni, appena il 21% ne ha sentito parlare e solo il 12,5% ne è a conoscenza.
In ogni modo, l’88,5% dei camici bianchi ritiene utile l’introduzione di un processo di mediazione in caso di controversia. Una soluzione positiva sia per il professionista sia per il paziente (la pensa così il 79% dei medici). Invece, il 9% degli intervistati ritiene che sarà il medico a cogliere dalla conciliazione maggiori opportunità, mentre il 10% è convinto che sarà più utile al paziente.
Per i medici sono molti i vantaggi che si otterranno nel percorre questa strada. Tant’è che il 64% pensa che la reputazione professionale del medico potrà essere totalmente preservata nel caso in cui il tentativo di conciliazione avesse esito positivo (il 24% dà un’opinione più cauta rispondendo che sarà “abbastanza” tutelata). Solo una percentuale minima di intervistati (il 6%) è poco convinto di vedere protetta la propria reputazione.
La quasi totalità dei professionisti è convinta che si otterrà, invece, una riduzione dei tempi rispetto a quelli attuali degli iter giudiziali (il 70% ne è molto convinto, il 24 % abbastanza convinto); appena l’1% pensa che questa soluzione non servirà a diminuire le attese.
Ancora, l’83% degli intervistati è molto o abbastanza certo che si arriverà anche a un taglio dei costi sugli iter giudiziari
Il 60% è poi persuaso che la via della conciliazione offrirà la possibilità di salvaguardare il rapporto di fiducia con il paziente. Il 16,5% invece ritiene che non servirà a nulla.
Entrando nel merito dei costi assicurativi sostenuti dal medico, il 58% degli intervistati pensa che il tentativo obbligatorio di conciliazione porterà ad una riduzione delle spese; non ne è affatto convinto il 12%; mentre una percentuale più alta di medici (circa il 30%) non si esprime.
La stragrande maggioranza dei medici intervistati (il 65%) pensa che la diffusione di una cultura della conciliazione possa rappresentare un’opportunità di cambiamento positivo nel rapporto con il paziente, la pensa diversamente il 18% degli intervistati.
Inoltre, il 63% ritiene che la capacità di dialogo e una comunicazione efficace possano influire molto sull’esito del tentativo di conciliazione, mentre il 28% ne è abbastanza convinto. Per l’80% dei medici, infine, sarebbe utile avere a disposizione un percorso formativo sull’argomento.
 

13 maggio 2010
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