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Agenas. “Ancora troppe collaborazioni, limitare il ricorso a incarichi esterni”. La relazione al Parlamento della Corte dei Conti


La Corte aveva già sottolineato nei precedenti referti l’elevato numero delle collaborazioni, la notevole diversità delle loro tipologie e l’entità delle spese connesse. In questo caso, però, è la stessa relazione a sottolineare come in proposito "l’Agenzia ha fatto presente che la rideterminazione dell’organico con il maggior numero di risorse umane consentito dalla legge di bilancio per il 2018 consentirà di limitare il ricorso alle collaborazioni, per il cui avvalimento il nuovo regolamento prevede ora specifiche disposizioni". LA RELAZIONE

15 MAG - Nel 2017 la gestione dell’Agenas (che nel frattempo ha in Giacomo Bazzoni il nuovo presidente facente funzioni ndr.) è stata caratterizzata da un aumento delle entrate correnti (+2,3 per cento rispetto al 2016) e, in particolare, dal recupero dei trasferimenti dalle Amministrazioni pubbliche (+24,8 per cento) dopo la flessione registrata nello scorso esercizio. Le spese complessive hanno segnato una leggera diminuzione e il saldo finanziario è così cresciuto dell’11 per cento. Ma, ancora una volta, viene sottolineato  l’elevato numero delle collaborazioni, la notevole diversità delle loro tipologie e l’entità delle spese connesse che configurava un quadro di non agevole comprensione.
 
Questo in sintesi il giudizio sulla gestione finanziaria dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) per l’esercizio 2017 presente nella relazione al Parlamento della Corte dei Conti. A differenza degli scorsi anni, però, nella stessa relazione viene sottolineato come, in tema di collaborazioni, l’Agnas abbia fatto presente che "la rideterminazione dell’organico con il maggior numero di risorse umane consentito dalla legge di bilancio per il 2018 consentirà di limitare il ricorso alle collaborazioni di esperti e di collaboratori esterni, per il cui avvalimento il nuovo regolamento prevede ora specifiche disposizioni". Da qui l'impegno della Corte a "valutare il rispetto di tale impegno nelle prossime relazioni".
 
Tornando ai risultati di gestione, si è registrata "una lieve diminuzione (-5 per cento) delle entrate relative all’attività di gestione del sistema nazionale di educazione continua in medicina - Ecm (euro 15,68 milioni, rispetto ai 16,47 dell’esercizio precedente), che resta comunque di gran lunga la principale fonte di finanziamento dell’Agenzia. Le spese complessive hanno segnato una leggera diminuzione e il saldo finanziario è così cresciuto dell’11 per cento".
 
"Nonostante si sia registrato un miglioramento rispetto ai dati dello scorso esercizio, restano scostamenti significativi tra gli accertamenti e gli impegni a consuntivo e le previsioni definitive di bilancio, indice questo di una ancora insoddisfacente capacità programmatoria, cui l’Ente dovrebbe porre rimedio con un più attento monitoraggio delle effettive esigenze, soprattutto in materia di spese", prosegue la relazione.
 
"L’esercizio in esame si chiude con un avanzo finanziario di competenza pari a euro 6,38 milioni (+11 per cento rispetto al 2016). A fine 2017, l’avanzo economico d’esercizio raggiunge l’importo di euro 7,45 milioni con un incremento del 3 per cento rispetto all’esercizio precedente, conseguenza del miglior saldo positivo della gestione caratteristica. Il patrimonio netto, conseguentemente, si attesta ad euro 109,54 milioni, superiore del 7 per cento rispetto al 2016. Cresce (+7 per cento) il fondo di cassa che, al termine del 2017, presenta la consistenza di euro 100,37 milioni. L’avanzo di amministrazione (euro 102,62 milioni) registra anch’esso una crescita del 7 per cento".
 
"In seguito alle procedure di riaccertamento, la gestione dei residui evidenzia anche nel 2017, come negli anni precedenti, una preminenza degli attivi. La Corte auspica che l’Agenzia prosegua nelle iniziative idonee a ridurne la consistenza, compatibilmente con la pratica attuazione dei programmi di ricerca", conclude la Corte dei Conti.

15 maggio 2019
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