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West Nile. Bartolazzi (Sott. Salute): “Nel 2018 registrati 544 casi e 39 decessi. Ma il sistema di sorveglianza sta funzionando”


Il sottosegretario in commissione Affari sociali fa il punto sul virus e sulle azioni messe in campo per contrastarlo. La fascia di età in cui si è manifestati maggior numero di casi è quella delle persone con età pari o superiore a 75 anni. Le attività di sorveglianza nel 2018 hanno evidenziato che i casi umani si sono verificati in aree in cui era stata già riscontrata la circolazione del virus in anni precedenti, principalmente in aree a urbanizzazione intermedia, seguite da aree rurali.

23 OTT - “In considerazione dell'eccezionalità della situazione epidemiologica, il 5 settembre scorso il ministero Salute ha convocato una riunione a cui hanno partecipato rappresentanti dell'Iss, delle Regioni interessate e degli Istituti zooprofilattici sperimentali per valutare l'adozione di ulteriori misure di controllo. In tale sede si è potuto verificare che la sorveglianza dei casi sta funzionando correttamente, le misure straordinarie di disinfestazione sono state prese dalle autorità regionali secondo le indicazioni del Piano nazionale, sono stati intensificati gli interventi di comunicazione alla popolazione, si è verificata una circolazione virale precoce le cui case dovranno essere oggetto di studio e approfondimento al fine della pianificazione per il 2019”. È quanto ha affermato il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi alla commissione Affari sociali della Camera sui contagi da virus West Nile e da legionellosi in alcune aree del Paese.

“Il ministero della Salute - ha proseguito - ha richiamato l'attenzione sull'applicazione delle misure di prevenzione con interventi diretti alla riduzione del rischio di diffusione. Al fine di sviluppare azioni di risanamento ambientale è stata sottolineata la necessità di procedere, in collaborazione con le autorità competenti, a seconda delle realtà locali, ad interventi comprendenti la manutenzione delle aree verdi pubiche la pulizia delle aree abbandonati, l'eliminazione dei rifiuti per evitare la presenza di contenitori contenenti acqua. È stata ribadita inoltre la necessità di rafforzare la sensibilizzazione della popolazione anche con interventi porta a porta per eliminare i siti di riproduzione delle zanzare nelle aree private. Le Regioni interessate hanno dovuto intraprendere misure straordinarie per il controllo del vettore - ha sottolineato - incrementando iniziative di monitoraggio del territorio e aumentando gli interventi larvicidi e adulticidi”.

Il sottosegretario ha poi fornito anche alcuni numeri. "Alla data dell'11 ottobre 2018 in Italia sono stati segnalati complessivamente 544 casi umani confermati di infezione da West Nile virus. Di questi 216 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva e 39 pazienti sono deceduti. In particolare, per la forma neuroinvasiva, alla data del 4 ottobre 2018, in Emilia Romagna sono stati confermati 97 casi con 19 paziente deceduti; in Piemonte 30 casi con 2 pazienti deceduti; in Sardegna 3 casi; in Molise 1 caso. Per la stessa forma neuroinvasiva all''11 ottobre 2018 in Veneto sono stati confermati 59 casi con 12 decessi; in Friuli Venezia Giulia 7 casi con 3 decessi, in Lombardia 16 casi con un paziente deceduto. Altri casi sono stati classificati come febbre confermata. E alla data del 4 ottobre 2018, 62 casi sono stati identificati in donatori di sangue, organi o tessuti: 30 in Emilia Romagna, 13 in Veneto, 7 in Piemonte, 9 in Lombardia, 2 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Sardegna". 

"Nel 2017 complessivamente erano stati notificati 27 casi di malattia neuroinvasiva in Italia con 3 pazienti deceduti - ha spiegato il sottosegretario - Le persone anziane sono a maggior rischio di infezione e di sviluppo della forma neuroinvasiva. Nel 2018 la fascia di età in cui si è manifestati maggior numero di casi è quella delle persone con età pari o superiore a 75 anni, seguita da persone con età comprese tra 65 e 74 anni. Le attività di sorveglianza nel 2018 hanno evidenziato che i casi umani si sono verificati in aree in cui era stata già riscontrata la circolazione del virus in anni precedenti, principalmente in aree a urbanizzazione intermedia, seguite da aree rurali. La sorveglianza integrata ha permesso di evidenziare una maggiore circolazione virale anche negli animali, cavalli, uccelli stanziali e selvatici e negli insetti vettori".

"I risultati della sorveglianza integrata del virus West Nile mostrano che complessivamente in Italia dal 2008 al 2017 sono stati notificati oltre 247 casi umani autoctoni di malattia neuroinvasiva da West Nile da 9 regioni: Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna, e 8 casi di malattia importata. Negli anni passati i casi umani erano soliti manifestarsi a luglio con un picco ad agosto, Quest'anno, invece, si è evidenziata sia a livello europeo che nazionale una circolazione più precoce del virus con i primi casi umani notificati già a giugno, sia dall'Italia che dalla Grecia. Inoltre - ha concluso Bartolazzi - è stato riscontrato un numero più elevato delle attese dei casi umani anche in forma neuroinvasiva e di decessi e un'elevata circolazione virale nelle zanzare e negli uccelli". 

23 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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