Consumi intermedi: in sanità beni e servizi, farmaci in testa, difficili da contenere. Il Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio
La spesa per consumi intermedi in sanità è concentrata soprattutto su quella per beni e servizi, tra cui i farmaci sono l'ago della bilancia. L'aumento di spesa registrato nel Focus dell'Ufficio parlamentare di bilancio è di oltre il 13% dal 1995 al 2015. I problemi degli acquisiti Consip. IL DOCUMENTO.
20 MAR - La spesa per consumi intermedi - il valore dei beni e dei servizi utilizzati come input, insieme con il lavoro dei dipendenti, nel processo di produzione dei consumi finali della Pubblica amministrazione – vale 91 miliardi nel 2016, di cui circa il 36% (era il 22,3% nel 1995) è per la sanità e, in questa, gli acquisti di beni e servizi sono tra le voci più difficili da contenere.
L’analisi è contenuta nel “Focus n. 3” dell’Ufficio parlamentare di Bilancio che confronta gli andamenti delle voi di spesa per consumi intermedi negli anni dal 1995 al 2015.La quota maggiore di spesa per consumi intermedi fa capo alle Amministrazioni locali (sostanzialmente Regioni, Province, Comuni, Enti sanitari locali).
Analizzando la spesa sanitaria per consumi intermedi, il Focus commenta che gli acquisti di beni e servizi sono una delle voci più difficili da contenere per una serie di ragioni che identifica. La più importante è dovuta ai pagamenti via via crescenti per farmaci in distribuzione diretta e per conto che precedentemente venivano procurati tramite le farmacie in convenzione (e dunque corrisponde all’alleggerimento di un’altra voce di spesa non compresa nei consumi intermedi in senso stretto, ma nelle prestazioni acquisite da produttori market).
L’andamento della spesa può essere esaminato in maggior dettaglio se si guarda agli acquisti di beni e servizi riportati nei bilanci consuntivi delle aziende sanitarie.
La voce relativa agli acquisti di beni è stata calcolata direttamente dai bilanci e “ripulita”, negli anni più recenti, delle entrate per pay- back ospedaliero. Quanto ai servizi, i relativi pagamenti sono stati ricavati come differenza tra la spesa totale, fornita dalla RGS, e quella per acquisto di beni.
Secondo il Focus la spesa per acquisti di beni e servizi è aumentata dell’85% tra il 2003 e il 2015 (con un tasso di crescita tendenzialmente in rallentamento fino al 2013 e poi in lieve ripresa), ma, soprattutto dal 2008, è stata trainata principalmente dai beni (che rappresentano il 54% del totale nel 2015), aumentati complessivamente del 107%, contro il 64% dei servizi.
Nell’ambito dei beni sono state evidenziate le voci relative a farmaci ed emoderivati (32% della spesa complessiva nel 2015, circa 10,2 miliardi) e dispositivi medici (18% della spesa, 5,8 miliardi). Tra i servizi, l’andamento di manutenzioni e godimento di beni di terzi (che insieme rappresentano il 10% della spesa, circa 3,1 miliardi) e servizi appaltati (15%, 4,9 miliardi). Complessivamente si tratta di circa tre quarti della spesa.
L’aumento degli acquisti di beni è legato soprattutto alla crescita della spesa per prodotti farmaceutici ed emoderivati (e dietetici fino al 2007), il cui incremento annuale, superiore al 15% nei primi anni, si riduce al di sotto del 10% solo a partire dal 2010, per risalire sopra il 15% nell’ultimo anno.
Questo andamento secondo il Focus è in parte dovuto al fatto che nei Servizi sanitari regionali l’acquisizione di farmaci attraverso le farmacie convenzionate è stata in parte progressivamente sostituita con l’acquisto diretto attraverso le strutture sanitarie oppure attraverso le farmacie con specifici accordi (distribuzione diretta e per conto). Tuttavia, la spesa è stata anche spinta dall’introduzione di farmaci innovativi (che nel 2015 ha pesato fortemente sulla distribuzione diretta, per l’introduzione di prodotti per la cura dell’epatite C).
Meno veloce secondo il Focus appare la crescita della spesa per dispositivi medici (e prodotti chimici fino al 2011), che comunque rallenta in modo evidente dopo i primi due anni. Tra il 2013 e il 2015 la serie relativa ai dispositivi, al netto dei prodotti chimici, presenta un tasso di crescita in riduzione dal 4,8 allo 0,8%. Nell’ambito dei servizi, quelli appaltati e l’insieme di manutenzioni e godimento beni di terzi mostrano un tasso di crescita molto forte nel primo biennio dopo il 2003 e un incremento di circa il 45% tra il 2003 e il 2008, ma poi tendenzialmente rallentano, soprattutto i primi; per gli appalti il Focus evidenzia una stabilizzazione nel 2013 e tassi di crescita negativi nell’ultimo biennio.
Una carta importante nella spesa per consumi intermedi è quella degli acquisiti tramite Consip, ma il Focus evidenza tuttavia anche alcuni punti critici. Nelle indagini annuali del ministero dell’Economia/Istat sugli acquisti della PA, sono stati rilevati anche prezzi migliori ottenuti al di fuori delle convenzioni della Consip, specie per le Amministrazioni locali. I costi complessivi delle operazioni di acquisto centralizzate potrebbero risultare meno convenienti di quanto appare dai prezzi unitari rilevati per la presenza di oneri accessori. Per alcuni servizi non valgono le economie di scala, che giustificano l’aggregazione della domanda in acquisti centralizzati. “Dato il contesto economico del Paese – commenta il Focus - sarebbe opportuno mantenere, anche nell’ottica di una maggiore concorrenza, un adeguato accesso al mercato delle piccole e medie imprese”.
20 marzo 2017
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