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Droga. Pronte linee guida per riconoscere cocainomani


Il sottosegretario con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, ha presentato le linee guida rivolte agli otorinolaringoiatri per facilitare il riconoscimento dei sintomi da consumo di cocaina e la presenza di eventuali patologie correlate. Nella conferenza stampa presentato anche uno studio sull’influenza del contesto sociale sull’uso di marijuana.
 

26 MAG - Il Governo torna a investire nella lotta alla droga. E lo fa presentando due lavori scientifici. Uno sulla cocaina e l’altro sulla marijuana. Il primo nasce dall’esigenza di informare meglio gli specialisti otorinolaringoiatri, ma anche i medici di famiglia e le famiglie stesse, sulle lesioni distruttive facciali e sui molteplici effetti negativi per la salute conseguenti all’uso della polvere bianca. Si tratta di vere e proprie linee guida, con tanto di illustrazioni, elaborate con il Ministero della Salute e la Società italiana di otorinolaringotria che, come scrive nella presentazione il Capo dipartimento delle politiche antidroga Giovanni Serpelloni – serviranno a coadiuvare il lavoro dei medici per una diagnosi efficace ma anche per allertare i genitori rispetto all’eventuale consumo da parte dei figli.
In Italia, il 95,2% della popolazione generale non ha mai assunto cocaina mentre il 4,8% l’ha assunta almeno una volta nella vita. Solo lo 0,4% l’ha consumata negli ultimi 30 giorni. Risulta in calo il consumo occasionale rispetto al 2009 con una maggior prevalenza tra i soggetti 15 – 34 anni. Tra gli studenti, invece, il 95,9% di loro non ha mai assunto cocaina mentre il 4,1% l’ha assunta almeno una volta nella vita. Solo l’1,6% l’ha consumata negli ultimi 30 giorni.
Tuttavia , sottolineano le linee guida, circa il 50% dei giovani 14-19 anni risulta considerare la cocaina una droga “non pericolosa”, addirittura “ben accetta”, rafforzando l’immagine del consumatore di cocaina come di una persona di successo, da valutare positivamente e da imitare. Ciò costituisce un grave problema di tipo informativo e, al contempo, educativo che, proseguono le linee guida, evidenzia la necessità di definire dei programmi di intervento che, per quanto indirizzati alla prevenzione dall’uso di qualsiasi sostanza psicoattiva tra i giovani, ed in particolare tra gli adolescenti, tengano in forte considerazione la sempre più marcata pressione verso il consumo di cocaina.
Per la marijuana, invece, il dito è stato puntato in particolare sui riflessi del contesto sociale sul consumo della sostanza. Per farlo è stato presentato uno studio americano dal quale si evidenzia come nel momento in cui si crea un circuito di disapprovazione sociale, il consumo di marijuana tende a diminuire. Quando il livello di disapprovazione era al 90% - ha spiegato Serpelloni - l'uso nell'ultimo anno diminuiva al 17%. Quando il livello di critica scendeva al 47%, l'uso cresceva fino al 49%".
Lo studio documenta come studenti di pari età che maturano in un gruppo con bassa disapprovazione dell’uso di marijuana siano a più alto rischio di usarla durante l’adolescenza, indipendentemente dal livello
individuale di disapprovazione, dalle norme sociali percepite e dalla disponibilità dalle sostanza.
I dati suggeriscono che gli adolescenti sono influenzati da cosa pensano i ragazzi della loro stessa età e di conseguenza le norme sociali e le attitudini all’interno di un gruppo ha un effetto diretto sull’uso di marijuana.
 

26 maggio 2011
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