Calabria. Nesci (M5S): “Governo faccia chiarezza su nuove assunzioni”
Così la deputata del M5S in un’interrogazione presentata oggi alla Camera, centrata sulle prossime assunzioni con cui le aziende sanitarie e ospedaliere della Regione rimpiazzeranno del personale in pensione. “Ho chiesto controlli rigidi, chiarezza e rispetto assoluto della legge, senza più raccomandazioni politiche e altre ingiustizie”.
22 LUG - “Ho chiesto al governo come verranno fatte le nuove assunzioni nella sanità calabrese e ho chiesto controlli rigidi, chiarezza e rispetto assoluto della legge, senza più raccomandazioni politiche e altre ingiustizie che finora hanno caratterizzato l'amministrazione sanitaria della Calabria”. Lo annuncia la deputata M5S
Dalila Nesci, con riferimento a una sua specifica interrogazione, presenta oggi alla Camera e centrata sulle prossime assunzioni con cui le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria rimpiazzeranno parte del personale in pensione.
“La questione assunzioni – spiega la parlamentare M5s – è alla base di tutto, visto che non c'è più personale negli ospedali. Nel 2008 la commissione ministeriale Serra-Riccio rilevò un'illegalità profonda, diffusa e nociva nella sanità regionale, che oggi la Calabria non può più permettersi. C'è bisogno di qualità e sicurezza, poiché i reparti sono all'osso per i tagli che i governi hanno disposto subendo la grande truffa dell'euro e delle banche. Assumere medici, infermieri e oss su richiesta dei boss della politica sarebbe una follia con effetti devastanti”.
“Intanto le strutture di pronto soccorso – continua la parlamentare 5 stelle – stanno scoppiando. Se le assunzioni non saranno rapide e legali, avremo presto guai irrimediabili. Come ho visto nelle mie ispezioni dentro gli ospedali, la mancanza di personale ha creato problemi enormi, aumentando i rischi e stressando i sanitari”.
“Da oggi il governo sa – conclude Nesci – che sulle nuove assunzioni nella sanità calabrese non potranno esserci violazioni di legge o calci della politica, perché denunceremo tutto alla magistratura, che, come dimostra Rimborsopoli, non sta a guardare”.
22 luglio 2015
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