Chiusura Opg. Dalle istituzione un altolà alle polemiche politiche. Solo paure ingiustificate
C’è ancora molto da fare, ma la chiusura degli Opg è stato un atto coraggioso. Soprattutto non bisogna avere paura, chi è stato dimesso è stato sottoposto a un’attenta valutazione di cessata pericolosità. Questo il messaggio lanciato in occasione della proiezione del film “Il viaggio di Marco Cavallo” presso il Senato
01 APR - Basta con le polemiche sterili. La chiusura degli Opg è stato un atto di civiltà per cancellare una delle più grandi vergogne del nostro Paese.
È un messaggio forte e chiaro quello arrivato dalle principali istituzioni del Paese che si sono confrontate oggi a Palazzo Madama per celebrare, attraverso la presentazione del film “Il viaggio di Marco Cavallo”, la conclusione di una battaglia per il riconoscimento della pienezza dei diritti ai malati reclusi negli Opg che si è protratta per oltre 40 anni. E per mettere fine alle polemiche delle ultime ore:
non tutte le Regioni sono pronte per il passaggio dagli Opg alle Rems, ed alcuni
politici si sono scagliati con veemenza contro la chiusura di queste strutture.
Certo siamo ancora all’inizio, ma indietro non si torna. E come ha scritto in un messaggio
Giorgio Napolitano, le misure adottate “vanno nella direzione del rispetto pieno del dettato costituzionale. spero che vivamente che ogni Regione eviti inadempienze e impropri slittamenti nel dare corretta attuazione a una norma ispirata a valori di civiltà e rispetto dei diritti umani”.
“C’è ancora molto da fare – ha affermato
Pietro Grasso, presidente del Senato – perché la sicurezza e la salute delle persone coinvolte siano tutelate in modo efficace. Non solo in termini di strutture. È necessario un diverso approccio alla malattia mentale che sposti l’intervento pubblico dall’obiettivo del controllo sociale dei malati di mente alla tutela e alla promozione della salute, alla redenzione. Da una presa in carico limitata al ricovero ospedaliero ad una basata sui servizi territoriali di assistenza disponibili 24 su 24”.
Soprattutto bisogna continuare a combattere contro i pregiudizi come ha sottolineato
Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato “La cultura è un antidoto per combattere lo stigma. Ecco perché penso quindi sia stato giusto scegliere l’arte e il cinema per affrontare questo tema. È molto facile girarsi dall’altra parte. Molto più semplice avere paura. Non si possono chiudere le persone che soffrono dietro una porta. A tutti va data una chance”.
“La chiusura degli Opg – ha aggiunto De Biasi – è stato un atto coraggioso da parte del Parlamento, del Governo, dei Ministeri della Giustizia e della Salute e in particolare del sottosegretario alla Salute Vito De filippo che si è adoperato anche per svegliare le Regioni. Si tratta dell’avvio di un percorso che porta con sé difficoltà, ma c’è un segreto che è quello di lavorare insieme. Se in questi anni non avessimo fatto squadra non ce l’avremmo fatta Un fatto di civiltà straordinario a dimostrazione che le istituzioni quando vogliono sanno lavorare bene insieme”.
E un altolà alle polemiche sulla chiusura delle strutture è arrivato dal ministro della Giustizia
Andrea Orlando che ha ringraziato Napolitano per lo stimolo e la costante attenzione, “che ha permesso di arrivare a dei risultati che non sono ancora quello auspicati perché rimangono molte cose da fare” ed anche il Sottosegretario De Filippo per il lavoro svolto.
“Credo che alla soddisfazione di essere il ministro che ha avviato la chiusura degli Opg si aggiunga una preoccupazione, un rammarico, per una propaganda che si scarica su persone indifese e fatta di polemiche in questo caso ingiustificate – ha detto – chiedo a tutte le forze politiche che quello che dovrebbe essere un dato di orgoglio non si trasformi in un’ennesima polemica. La paura che viene agitata è solo la paura di noi stessi. Altro elemento di rammarico è che non ho sentito abbastanza reazioni a quelle posizioni”.
Per Orlando superare gli Opg è anche un modo per “riconciliarci con noi stessi” ha detto sottolineando che “per quanto riguarda la pericolosità e la presenza di rischi per la collettività chi viene dimesso è sottoposto a un’attenta valutazione da parte del medico e a una valutazione sulla cessata pericolosità da parte del magistrato”.
“Con la decisione di non dare ulteriori proroghe – ha concluso il sottosegretario alla Salute
Vito De Filippo – abbiamo fatto un passo in avanti i molto coraggioso, con il quale dobbiamo fare i conti nei prossimi giorni. Speriamo che la stessa metodica messa in campo a livello nazionale verrà attuata anche a livello regionale. Siamo a una svolta decisiva che incoraggia chi ha fatto in tempo e auspichiamo ora sia di un buon esempio per le altre realtà così che entro il 2015 si arrivi alla conclusione di questa storia triste”.
01 aprile 2015
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