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Liberalizzazioni. Guidi torna alla carica: “Auspico che Parlamento migliori il testo. Credo che la fascia C con ricetta si possa vendere anche fuori dalla farmacia”


Così il ministro ieri sera a Porta a Porta. Annarosa Racca, presidente di Federfarma, ha invece sottolineato che "se tutti i medicinali venissero venduti nei supermercati, le farmacie chiuderebbero". Per Pitruzzella, presidente dell'Antitrust, "il punto è introdurre la possibilità di vendere i farmaci di fascia C con ricetta nella grande distribuzione, garantendo comunque la presenza di un farmacista".

01 APR - Serrato confronto in materia di liberalizzazioni, in particolare per quanto riguarda il comparto farmaceutico ieri sera a Porta a Porta. Annarosa Racca, presidente di Federfarma, a sostenere la necessità di lasciare i farmaci con ricetta in vendita esclusivamente nelle farmacie, nell’ottica di una maggiore tutela per la salute dei cittadini. Dall'altra parte un fronte unico pro liberalizzazioni. A partire dal ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, che ha addirittura lasciato intravedere la possibilità di una modifica al suo ddl durante l’iter parlamentare in modo da aprire alla vendita della fascia C con ricetta anche nelle parafarmacie e nella grande distribuzione. Una misura perorata anche da Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, e da Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust. E infine Paolo Martinello, presidente della Fondazione Altroconsumo, che ha posto l’accento sugli effetti a vantaggio dei cittadini che deriverebbero da una liberalizzazione della vendita dei farmaci, soprattutto in termini di prezzo.

“I farmaci da banco già si possono acquistare tutti al supermercato dal 2005, quando iniziarono le liberalizzazioni nel nostro settore – ha osservato Racca - Il problema riguarda invece quelli con ricetta e, in questo senso, credo che il governo abbia fatto una scelta corretta in funzione dei cittadini. Anche perché se tutti i medicinali venissero venduti nei supermercati, le farmacie chiuderebbero. Già quest’anno le farmacie registreranno un aumento pari a circa 3mila punti vendita, passando da 18mila a 21mila. Si tratta quindi di un trend già in aumento”.
Per Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, “il punto è invece introdurre la possibilità di vendere i farmaci di fascia c nella grande distribuzione, garantendo comunque la presenza di un farmacista. In questo modo la tutela della salute non verrebbe intaccata”.
Racca ha quindi controbattuto che “la Corte di Giustizia Europea e la nostra Corte Costituzionale hanno affermato che la nostra normativa in materia è corretta. Il punto è che se iniziamo a vendere questi farmaci nei supermercati, erodiamo sostentamento vitale alle farmacie”.

“Noi siamo pronti ad assumere nuovi farmacisti, allargando i nostri punti vendita e pagandoli in maniera adeguata”, ha sottolineato Cobolli Gigli.
“Noi per quanto riguarda le farmacie abbiamo proposto l’abolizione del tetto delle 4 licenze e l’introduzione delle società di capitali – ha ricordato Guidi - Il governo ha invece deciso di non introdurre nel disegno di legge sulle liberalizzazioni nessuna novità sui farmaci di fascia c, ma mi auguro che il Parlamento possa migliorare il testo. Altrimenti il rischio è che le parafarmacie siano condannate a vendere per sempre lamette da barba o bagnoschiuma. Credo che un farmacista laureato possa erogare lo stesso servizio a tutela della salute sia che si trovi in un punto della grande distribuzione sia che lavori in una farmacia. Personalmente fatico a individuare una differenza”.

Racca ha quindi controbattuto: “Un chirurgo non opera fuori dall’ospedale e per i farmacisti dovrebbe valere lo stesso principio. Come ha ricordato la Corte Costituzionale, cambiando il regime attuale ci sarebbe il rischio di un indebolimento delle farmacie”.
Argomentazione che ha registrato l’immediata opposizione di Guidi. “La Consulta ha affermato che l’attuale modello non è in contrasto con il dettato costituzionale, ma non ha assolutamente sancito che non dovrebbero essere attuati altri modelli”.

Racca ha quindi controbattuto. “L’importanza di erogare in farmacia i prodotti di fascia C con ricetta è stata più volte evidenziata da tutto il mondo della sanità: il ministro Lorenzin, il presidente e direttore generale dell’Aifa, i malati, gli anziani e tutti gli assessori regionali. Il cambiamento straordinario attiene invece alla possibilità di ingresso per i grandi capitali”.

Cobolli Gigli ha invece ricordato che “la vera rivoluzione risiederebbe nella liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta”.
Martinello ha infine osservato che “negli ultimi dieci anni i farmaci da banco in vendita nei corner dei supermercati hanno registrato una diminuzione pari al 10%. Nelle farmacie sono invece aumentati del 12%. Bisogna però completare il percorso consentendo la vendita nella grande distribuzione dei fascia C con ricetta, altrimenti si rischia di restare in mezzo al guado”.
 
Potete seguire la trasmissione guardando il video qui sotto. Il tema delle liberalizzazioni inzia a circa 1 ora dall'avvio della puntata.
 

01 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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