Ddl concorrenza. Mnlf: “Sulle farmacie la scelta peggiore”
Per il Movimento nazionale liberi farmacisti l'Esecutivo ha sbagliato tutto: "Non è stato toccato il numero delle farmacie in Italia, non è stato aperto il mercato dei farmaci di fascia C, ma si è invece aperto solo al grande capitale".
24 FEB - "Probabilmente la scelta del Governo Renzi di aprire al grande capitale, non cambiando nulla dell'attuale assetto distributivo delle farmacie in Italia, entrerà presto nei libri di economia di tutto il mondo come esempio da non seguire. Infatti, non si era mai visto un tentativo di 'economia di scala' all'interno di un monopolio di fatto. Qualsiasi studente al primo anno di economia sa bene che operare economie di scale all'interno di un sistema con caratteristiche di monopolio, ovvero dove l'ingresso in quel mercato è di fatto impedito, non porta nessun vantaggio per i consumatori e favorisce di fatto il permanere di una struttura monopolistica. Altro che farmaci di fascia C, sarà proprio con questo provvedimento che chiuderanno le piccole farmacie. Dilettanti allo sbaraglio". Questo il commento del Movimento nazionale liberi farmacisti al Ddl concorrenza da poco varato dal Consiglio dei Ministri.
"Ha detto il Ministro Guidi: 'ci sembrava una cosa moderna togliere il limite di quattro farmacie', ma la decisione presa nel ddl concorrenza è una decisione vecchia, quasi feudale. Il Ministro dello Sviluppo Economico ci deve spiegare perché nella bozza portata in Consiglio dei Ministri era scritto a chiare lettere che la scelta di togliere il limite delle quattro licenze poteva essere attuata solo se venivano accolte una delle due opzioni per aprire il mercato. Inoltre - prosegue la nota del Mnlf - in riferimento alle dichiarazioni di vittoria del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è davvero sorprendente avere la conferma che un intero Ministero sia al servizio di lobby e corporazioni. Utilizzare il paravento della difesa degli anziani per tutelare in realtà interessi medioevali, è ignobile".
"Il Nuovo Centro Destra, che di nuovo non ha nulla, è forza della conservazione e freno allo sviluppo di un Paese ed ha posto sotto 'scacco' Renzi: Sacconi, Alfano e Lorenzin sono di fatto liberali con i deboli e corporativi con i forti. Questo accade in Italia in cui si fa fatica a nutrire speranze di cambiamento, ed a poco servono gli hashtag di Renzi se questi sono poi i risultati - continua la nota -. Al Presidente del Consiglio chiediamo se questo provvedimento sia in favore dei giovani, utile a creare lavoro e nuove imprese o, al contrario, non sia un provvedimento per favorire i grandi gruppi finanziari".
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ritiene che la totale mancanza di coraggio del Governo autorizzi questa associazione, a cui aderiscono oltre 12.000 farmacisti in Italia, a prendere tutte le iniziative, anche eclatanti, per cambiare uno dei provvedimenti peggiori presi negli ultimi anni in questo settore. Disposizione che nemmeno la destra, da sempre vicina a lobby e corporazioni, aveva mai sognato di prendere. "Il caso dei farmacisti non titolari, da sempre umiliati nelle loro rivendicazioni e nelle loro aspettative, non è solo il caso di una categoria professionale, ma l'esempio più eclatante di un Paese che non riesce a liberarsi dalle catene corporative", conclude il Mnlf.
24 febbraio 2015
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