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Reati contro animali. Anmvi, Fnovi e Sivemp: “Bene emendamenti che confermano la professione veterinaria garante salute animale”


"Esponendo l’atto medico veterinario al rischio di risultare in sé stesso delittuoso (come colpa o come circostanza aggravante), la pdl AC 30 – qualora non modificata- avrebbe inibito il sereno esercizio della funzione veterinaria, con grave pregiudizio proprio per quella tutela animale che si intende rafforzare. Le modifiche approvate dalla Commissione Giustizia non introducono alcuna forma di impunità restando ferma per 'chiunque' la perseguibilità penale dei reati contro gli animali".

22 OTT - La Commissione Giustizia della Camera – il 16 ottobre scorso- ha evitato che l’ordinamento medico veterinario venisse "gravemente compromesso", grazie all’approvazione di un pacchetto di emendamenti correttivi della proposta di legge AC 30 (Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali- Brambilla, Rizzetto, Ascari, Carotenuto, Sergio Costa, Evi, Gallo, Saccani Jotti).

"Le modifiche apportate alla pdl AC 30 sono migliorative, restituendo coerenza giuridica alla proposta. Inoltre, rispecchiano la considerazione del Legislatore per le obiezioni sollevate in audizione parlamentare dalla Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi) e tempestivamente segnalate al Governo dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (Fnovi) e dal Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica (Sivemp). Gli emendamenti hanno evitato l’indebolimento dell’esercizio professionale medico veterinario, pubblico e privato, improvvidamente esposto penalmente per il mero fatto di essere esercitato, con esautorazione del ruolo disciplinare ordinistico e con la fantasiosa attribuzione a non ben precisate 'guardie particolari' di funzioni di vigilanza proprie dell’autorità competente veterinaria ufficiale", commentano in una nota congiunta Anmvi, Fnovi e Sivemp.

La formulazione iniziale della proposta di legge AC 30 conteneva, infatti, gravi pregiudizi per l’esercizio professionale nel settore della medicina pubblica e della medicina veterinaria libero professionale, fino alla paradossale equiparazione della somministrazione di medicinali veterinari al maltrattamento.

In sintesi, spiegano nel comunicato, "esponendo l’atto medico veterinario al rischio di risultare in sé stesso delittuoso (come colpa o come circostanza aggravante), la pdl AC 30 – qualora non modificata- avrebbe inibito il sereno esercizio della funzione veterinaria, con grave pregiudizio proprio per quella tutela animale che si intende rafforzare. Le modifiche, opportunamente approvate dalla II Commissione Giustizia, con il parere favorevole della relatrice On Michela Vittoria Brambilla, non introducono alcuna forma di impunità restando ferma per 'chiunque' la perseguibilità penale dei reati contro gli animali".

22 ottobre 2024
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