“Un plauso al Decreto liste d’attesa, ma anche l’invito a non fermare proprio ora la necessaria azione di rinnovamento complessivo della sanità italiana, anche in relazione alle dinamiche ed alle criticità che coinvolgono la reumatologia e gli specialisti di questo settore”.
Così il Collegio Reumatologi Italiani – CReI in una nota.
“Ogni Decreto che tenti di porre in essere risposte concrete a debolezze conclamate della sanità pubblica ha degli aspetti di positività”, sottolinea Daniela Marotto, presidente CReI, “ma occorre qui cogliere l’occasione per osservare con attenzione il sistema nella sua totalità. I reumatologi italiani oggi quindi invitano il Ministero della Salute, il Parlamento e le Istituzioni ed agenzie della sanità a porre un’attenzione decisa su tre temi rilevanti: appropriatezza prescrittiva di esami e visite specialistiche, monitoraggio delle prestazioni, conoscenza della domanda-offerta sui territori locali”.
“Le nostre considerazioni si poggiano sull’esperienza quotidiana di tutti i nostri soci e sui campanelli d’allarme che CReI raccoglie dai territori”, commenta la presidente Marotto, “Spesso il reumatologo visita pazienti che gli vengono indirizzati come urgenti, anche quando questo non è realmente necessario. Inoltre nelle varie situazioni territoriali si percepisce una decisa carenza di monitoraggio delle prestazioni in reumatologia, spesso considerate meno rilevanti di quelle di altre specialità”.
I dati raccolti da CReI nel suo network indicano la classica situazione a macchia di leopardo che purtroppo ormai è generalizzata per quando riguarda i sistemi sanitari regionali: si va da situazioni tendenzialmente virtuose (in alcune Asl del Nord-Est non c’è lista d’attesa per la prima visita, mentre per i controlli si giunge ad una media di sei mesi di attesa) a situazioni preoccupanti (in un’Asl dell’Italia centrale con popolazione di 600mila abitanti, sono presenti quattro reumatologi di cui tre in servizio di medicina interna; la prima visita è a quattro mesi ed il controllo giunge dopo altri quattro mesi).
Sicuramente, afferma CReI, il Decreto “anche avviando la Piattaforma nazionale e l’Organismo di verifica, controllo e monitoraggio, crea le condizioni affinché vengano definiti ulteriori strumenti per migliorare l’appropriatezza della richiesta di visite ed esami, ma è necessario che questi strumenti siano avviati in tempi brevi, producendo quell'effettivo alleggerimento e de-affollamento degli ambulatori che è nell'attesa di popolazione e istituzioni.
“La situazione complessiva indica che è urgente una conoscenza nuova, differente, approfondita e puntuale della dinamica richiesta-offerta sul territorio. Solo così il Decreto Liste d’Attesa potrà nel tempo essere parte di quella visione sistematica e completa di cui oggi tutti sentono il bisogno” conclude Daniela Marotto