“All’attuazione della presente Intesa si provvede nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, ferma restando l’attivazione del monitoraggio previsto nel Piano, ivi compreso il monitoraggio della spesa e l’impegno del Governo a verificare la possibilità di reperire le risorse necessarie per fare fronte a eventuali maggiori costi che dovessero emergere in esito al suddetto monitoraggio, sostenuti a partire dall’anno 2023. Alla ripartizione del finanziamento degli eventuali maggiori costi vaccinali accedono tutte le Regioni e le Province Autonome, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le Autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario corrente.”
Questa la richiesta della Conferenza delle Regioni da inserire nell’intesa sul nuovo Piano nazionale vaccini (vedi cosa prevede).
Richiesta che però visti i tempi stretti e i molti dubbi del Mef (che di tirar fuori nuove risorse non ne vuol sapere) ha portato ad un rinvio del provvedimento alla prossima riunione del 7 giugno.