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M5S: “Da Ministero risposta debole”


28 GEN - “Rispetto alla recente, grave, denuncia sulla bassa qualità dei bisturi, che ne accelera il deterioramento, la risposta del ministero della Salute è stata insufficiente e nel segno dell’immobilismo. Quando si parla di politiche di razionalizzazione dei conti non si può pensare che queste possano essere adottate a discapito della qualità degli strumenti medico-chirurgici. Purtroppo ci troviamo di fronte a una delle conseguenze dei tagli lineari che si sono abbattuti sulla sanità, lecui conseguenze sono evidenti. Resta fermo che il prezzo non può e non deve essere l’unico criterio di valutazione e la sanità non è un discount”.
 
Così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Socialiche oggi hanno presentato un’interrogazione, a prima firma Marialucia Lorefice, alla luce della recente inchiesta-denuncia dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani.
 
“Il ministero, nella risposta, afferma genericamente che, fatte le opportune verifiche, avvierà iniziative per garantire che i fatti denunciati non si verifichino in futuro. Una presa di posizione blanda che non ci ha soddisfatto: all’orizzonte non viene prospettato alcun intervento specifico per tutelare e garantire la salute dei pazienti attraverso la piena funzionalità dei dispositivi medici impiegati.
Ricordiamo che bisturi scadenti e malfunzionanti possono causare danni sia estetici, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettivi dal momento che, con l’aumento del trama cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita.
 
Questo caso si viene ad aggiungere ad altri che, recentemente, hanno messo in evidenza come la scarsa qualità dei prodotti abbia ricadute negative sul lavoro degli operatori sanitari e sul servizio ai cittadini: il presidente della Società Italiana di Chirurgia aveva segnalato che i guanti di lattice forniti erano troppo sottili e a rischio rottura.
 
Nei giorni scorsi, invece, l'Associazione Biomedicali di Assobiomedica, ha invocato criteri '’di sicurezza'’ nelle gare di acquisto per le forniture al servizio pubblico per evitare che basi d'asta molto basse possano lasciar ampio spazio alle cosiddette 'cineserie' importate da mercati emergenti.
Si tratta di segnali che vanno in una direzione tutt’altro che rassicurante: ogni giorno di più i cittadini devono incrociare le dita, augurandosi di non ammalarsi, perché la tutela della salute sta diventando sempre più precaria”.

28 gennaio 2016
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