Nuovi tagli “nascosti” alla sanità?
di C.F.
17 OTT -
Come abbiamo scritto ieri, e come oggi
osserva giustamente la Cgil, tra le righe della bozza del ddl stabilità 2016 (articolo 46) potrebbe nascondersi un nuovo taglio alla sanità. In quell’articolo ricompare infatti il meccanismo che ha esordito lo scorso anno per regolamentare le modalità con le quali le Regioni devono concorrere alla finanza pubblica e che alla fine ha portato al taglio di 2,35 miliardi al fondo sanitario del decreto Enti Locali di agosto.
In sostanza si prevede che le Regioni debbano indicare settori e quantità da tagliare per raggiungere il quorum - che quest’anno è fissato in 1,8 miliardi nel 2016, 3,980 miliardi per il 2017 e 5,480 miliardi per ciascuno degli anni 2018 e 2019 – e chiudere la partita con un’intesa Stato Regioni da siglare entro il 31 gennaio di ciascun anno.
Se andate a leggere la legge di stabilità dell’anno scorso il meccanismo è identico. E tutti ricordiamo come andò a finire. Se anche quest’anno le Regioni ragioneranno come hanno fatto con l’intesa del
26 febbraio 2015 e la successiva del
2 luglio scorso la sanità rischia di subire nuovi tagli. Anche consistenti, considerando che quest’anno, su un totale di concorso alla finanza pubblica fissato dalla passata legge di stabilità in 4 miliardi, ben 2,35 miliardi sono stati “presi” proprio dalla sanità.
Se tanto mi dà tanto, è il ragionamento della Cgil, l’anno prossimo la sanità potrebbe pagare il conto per una cifra vicina al miliardo di euro che annullerebbe
de facto l’incremento indicato dal Governo per il fondo 2016.
Andrà così? E’ presto per dirlo, sia perché stiamo parlando di una bozza, sia perché non è detto che le Regioni decidano ancora una volta di trovare i soldi nella sanità come hanno fatto senza troppi patemi d’animo quest’anno. Ma certamente il segnale d’allarme c’è ed è chiarissimo.
C.F.
17 ottobre 2015
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