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Nursind: “Passi indietro in ddl contro aggressioni, Stato non difende operatori”


21 MAG - “Avremmo voluto salutare il ritorno del provvedimento in terza lettura al Senato, con una promozione a pieni voti. Avrebbe significato accettare di buon grado il ritardo nella conclusione dell’iter parlamentare a fronte di una legge arricchita e più efficace. Ma purtroppo non è così. Rispetto ai miglioramenti apportati in Commissione Giustizia e Affari sociali, infatti, dobbiamo registrare i passi indietro dell’Aula”.
 
Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind infermieri, commenta così il via libera all’unanimità di Montecitorio al ddl sulla sicurezza per gli esercenti delle professioni sanitarie. Nursind punta l’indice contro la retromarcia fatta sul fronte delle tutele post aggressione del lavoratore: “Non vogliamo essere disfattisti - osserva il sindacato - ma la legge su questo rimane incompleta. Prevedere l’obbligo della procedura d’ufficio da parte delle aziende sanitarie nei processi che coinvolgono operatori sanitari vittime d’aggressione, conclusione cui era giunto giustamente il lavoro delle Commissioni, avrebbe rappresentato un passo avanti importante. Spiace molto quindi dover prendere atto di questo grave ripensamento dell’Aula”.
 
“L’amara conclusione è che gli infermieri devono difendersi da soli - attacca Bottega -. Lo Stato non difende i suoi dipendenti”. Rimane la soddisfazione per le novità riguardanti l’Osservatorio sulla sicurezza, istituito dalla legge, che è stato “finalmente allargato anche ai rappresentanti delle categorie sindacali”. “Si tratta di una richiesta che avevamo avanzato con forza, ma non certo per manie di protagonismo – continua il sindacalista -. Era semplicemente assurdo pensare di intervenire su una problematica che interessa i lavoratori in assenza di chi istituzionalmente è titolato a rappresentarli. Su tale aspetto, dunque, hanno prevalso la logica e il buon senso. Troppo poco, però, per dirci soddisfatti. A maggior ragione in questa difficilissima emergenza che l’intero Paese sta vivendo e che gli operatori sanitari si sono responsabilmente caricati sulle loro spalle”.

21 maggio 2020
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