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Il taglio dei primariati riduce i costi ma anche la qualità del sistema

13 LUG - Gentile Direttore,
poche settimane fa uno studio Anaao Assomed sulla remunerazione accessoria dei medici aveva messo in luce come i medici del FVG fossero i peggio pagati d’Italia; oggi, dai dati della Direzione Regionale Salute riportati dalla stampa, sappiamo anche che il 30% dei posti di primariato è ad interim, precario. Come mai la principale risorsa del Sistema Sanitario è così bistrattata?

Il peccato originale, se proprio vogliamo, va ricercato nella scelta della Serracchiani che per mere ragioni di risparmio contabile decurtò i posti dei primari al grido di: “tagliamo i doppioni!”; e così furono soppresse 76 su 288 Strutture complesse esistenti in FVG. Ed ora delle 212 rimaste ne contiamo 64 rette da facenti funzione.  Ma la Serracchiani non è più Presidente del FVG da due anni e mezzo e pertanto ben si poteva correre ai ripari, ma forse quei risparmi generati dalla decurtazione dei posti apicali da una parte e dai minori stipendi dall’altra, fanno comodo anche alla Giunta attuale, come potrebbe far comodo tenere ai posti di comando figure precarie, che sono di per sé più “ricattabili”.

Duole constatare ancora una volta la continuità delle politiche di taglio tra centro sinistra e centro destra, quasi una staffetta, ma una staffetta perdente e chi perde, ricordiamolo, è sempre il cittadino che si ritrova con una sanità peggiore, in affanno…a parità di contributi versati! Che adesso, dopo tre anni, l’Assessore alla Salute si accorga di questa situazione e dichiari alla stampa “di aver detto ai direttori generali delle Aziende sanitarie che dobbiamo tendere a zero facenti funzione entro fine legislatura”, la leggo come una presa in giro di medici e cittadini. La legislatura finisce tra 2 anni e un concorso si fa in 4 mesi, quindi si potrebbe concludere entro l’anno in corso, ma così non sarà. E come sempre quando non vuole o non sa fare piovono gli annunci.

Perché tagliare indiscriminatamente i posti di primario è sbagliato? Perché la soluzione dell’incarico ad interim non funziona e perché pagare poco i medici porta ad una sanità peggiore? Cerco di rispondere brevemente.

Un bravo primario crea una scuola, un team e in questo team ci sarà qualcuno che aspirerà al primariato. Nella pratica clinica più si lavora e più si migliora: non soltanto si ha modo di perfezionare la routine, ma anche di osservare e trattare casi complessi. Laddove il bacino di utenza dei pazienti è ridotto (ad es. le nascite a Trieste), si deve cercare di aumentare la casistica; se si è bravi si diventa attrattivi e la casistica, pertanto, aumenta dando vita ad un circolo virtuoso. Ebbene, in questo caso, sdoppiare anziché tagliare i primariati con l’ampliamento della scelta delle specializzazioni attrattive (es. in ortopedia: ginocchio e spalla), migliora la qualità e la gamma dei servizi erogati e “fa guadagnare” il sistema sanitario che può reinvestire su se stesso.

L’incarico ad interim, data la sua precarietà, mette a rischio il processo di cui sopra ed impedisce una crescita certa e altresì spinge i medici a scappare verso realtà più premianti sotto l’aspetto finanziario e di carriera.
Una politica sanitaria moderna non può non tener conto di questi aspetti clinico-manageriali e non può ridursi ad una gestione ragionieristica della sanità. Certo, per elaborare una strategia sanitaria regionale capace di guardare al futuro ci vogliono competenze specifiche anche complesse, purtroppo l’attuale establishment sanitario sembra procedere in piena continuità con la gestione Serracchiani.

Walter Zalukar
già Direttore DEA e SC Pronto Soccorso - Azienda ospedaliero universitaria di Trieste e Consigliere Regionale FVG – Gruppo Misto


13 luglio 2021
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