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ASU FC Udine. Carenza infermieri, per il Nursind: “Mancano idee, chiarezza e certezze”

Negli ultimi tre mesi circa circa 60 infermieri hanno lasciato il territorio. “Non riusciamo a garantire nemmeno le ferie. Certe aziende non hanno ancora pagato gli straordinari, c’è chi avanza ad oggi dalle 200-250 ore, chi le prestazioni aggiuntive dovute ai vaccini. Il quadro è desolante”, afferma il segretario del Nursind Afrim Casili. Che chiede interventi decisi per ridare serenità alla professione e garanzie ai cittadini.

07 LUG - “Negli ultimi tre mesi abbiamo avuto una fuga dagli ospedali di Udine di circa una sessantina di infermieri, dovuti ai recenti maxi concorsi nel sud: oltre a questo c’è chi ha scelto di affacciarsi alla libera professione, e ad aggravare la situazione c’è un elevato clima di incertezza che in questi mesi le Aziende sanitarie hanno creato”. A dirlo è il segretario del Nursind Afrim Casili, che, ancora una volta, fa il quadro della situazione, a suo dire “gravissima”, sulla provincia di Udine, che contribuisce per il 50% della sanità friulana con più di 9000 dipendenti.

Non è la prima volta che il segretario degli infermieri “denuncia” a mezzo stampa la situazione critica della professione in un territorio vasto come quello di Udine che fa capo all’Azienda sanitaria Universitaria (ASU FC), dislocata fra gli ospedali di Tolmezzo, San Daniele del Friuli, Codroipo, Udine, Gervasutta, Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Latisana e Palmanova.

“Stiamo parlando di un territorio vastissimo che è stato in questi due anni martoriato dalla pandemia obbligando gli infermieri a turni no stop per periodi molto lunghi, ed ora che siamo in piena estate e con la variante Delta alle porte – continua Afrim Casili – non riusciamo a garantire nemmeno le ferie. Ma non è tutto; certe aziende non hanno ancora pagato gli straordinari, c’è chi avanza ad oggi dalle 200-250 ore, chi le prestazioni aggiuntive dovute ai vaccini. Questo è l’attuale contesto e se poi aggiungiamo i recenti maxi concorsi svolti al sud dove molti infermieri provenienti da quelle zone, che lavoravano in FVG, hanno preferito tornarsene a casa, il quadro è desolante. E poi un’altra fetta di infermieri hanno puntato alle libera professione”.

Il sindacato degli infermieri sa bene che la pandemia può avere arrecato qualche difficoltà alle Aziende Ospedaliere, ma dopo quasi due anni di emergenza stiamo ancora parlando di carenza di personale e di ferie non godute o di straordinari non pagati, e sempre per Afrim Casili di Nursind non si può, dopo tutto questo tempo, non avere risolto certe questioni.

“Le aziende sanitarie di Udine avrebbero avuto tutto il tempo di fare una riorganizzazione del personale – puntualizza Casili – con dei protocolli chiari dando così certezze al personale infermieristico. Chi lavora in queste condizioni di emergenza ha bisogno che, se fa delle ore straordinarie, che gli vengano pagate. Ancora oggi e siamo in luglio del 2021, gli infermieri avanzano gli straordinari del 2020. Chi fa le prestazioni aggiuntive, non può essere preso in giro e sentirsi dire che non ci sono i soldi, meglio sarebbe stato dire sin da subito che per le prestazioni aggiuntive non c’erano i soldi. Mancano idee, chiarezza e certezze. Gli infermieri ormai sono stanchi, non riposano, sono demotivati se non al limite delle forze psicofisiche e il rischio di errore è da mettere in conto”.

Endrius Salvalaggio

07 luglio 2021
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