Cure a domicilio, progetto sperimentar nel Distretto della Carnia. Riccardi: “Ecco la sanità del futuro”
Un’equipe di medici ospedalieri, medici di medicina generale ed infermieri del territorio insieme per le cure domiciliari. Un’idea che nasce nel periodo Covid e ripetuta oggi per circa 200 pazienti. Agostinis: “Complessivamente nel 2023 sono state eseguite 203 valutazioni domiciliari evitando accessi nei Ps e rischi di infezioni da germi multi-resistenti”. L’assessore: “Valorizzata l’assistenza domiciliare garantendo al massimo i Lea”.
25 NOV - Sono più di duecento le persone seguite dai medici con un percorso personalizzato. In Carnia il progetto nasce a cavallo della pandemia Covid-19, durante la quale il sistema ospedaliero era sotto pressione e non più in grado di accogliere malati né dalle case private né dalle case di riposo pesantemente colpite. In particolare, tra fine marzo e inizio aprile 2020, nella Casa di Riposo di Paluzza con 92 ospiti su 121 residenti sono stati contagiati rendendo necessaria una risposta terapeutica in loco.
“L’esperienza ci ha permesso di capire che è possibile curare a domicilio pazienti con patologie anche complesse come il Covid-19, concedendogli di rimanere nel proprio ambiente di vita e vicino ai propri familiari – spiega il primario di Medicina,
Paolo Agostinis – ed evitando l’ospedalizzazione e tutta una serie di complicanze correlate allo stare in ospedale, comprese le infezioni da germi multi-resistenti, puntualmente osservate nei reparti di terapia intensiva, di malattie infettive e di medicina interna, ma non nella nostra seppure piccola casistica di pazienti curati a domicilio”.
Complessivamente nel 2023 sono state eseguite 203 valutazioni domiciliari da parte della dr.ssa
Sara Bignulin, geriatra in carico alla Medicina, che sta portando avanti questo progetto di “ospedalizzazione domiciliare”, che dal 2022 vede anche la collaborazione con i mmg del Distretto 1. Sono loro, in primis, a consultare l’equipe di Agostinis per la valutazione domiciliare, e quando possibile, in maniera congiunta attraverso un consulto telefonico disponibile dalle 8.00 alle 20.00 dal lunedì al venerdì e il sabato mattina.
“Alcuni pazienti con il supporto degli infermieri del territorio – continua Agostinis - sono stati ricoverati a domicilio e complessivamente sono stati evitati diversi accessi in Ps e alcuni ricoveri nel reparto di Medicina. Il luogo dell’intervento è stato il Distretto 1 della Carnia e della conca Tolmezzina. Le patologie curate sono state lo scompenso cardiaco, le infezioni respiratorie, urinarie e dei tessuti molli, le trombosi venose profonde, la cirrosi epatica in compenso labile, le malattie oncologiche o degenerative in fase di palliazione. A domicilio vengono eseguiti Ecg, ecografie, prelievi ematici e manovre invasive come toracentesi e paracentesi, posizionamento di device per le cure parenterali”.
“Sarebbe bello potere disporre di altre figure per ottimizzare le cure domiciliari. Per ora, oltre alla nostra geriatra, disponiamo di una psicologa, sostenuta dalla Associazione Oncologica Alto Friuli, che in caso di bisogno garantisce un supporto psicologico al paziente ed ai familiari”. Conclude Agostinis.
Anche l’assessore alla salute Riccardi Riccardo, riconosce all’equipe la buona riuscita del progetto sperimentale del Distretto 1. “Ringrazio in modo particolare il dr. Paolo Agostinis e la sua équipe perché hanno saputo ridurre l’istituzionalizzazione e valorizzare l’assistenza domiciliare garantendo al massimo i Lea. Questo è un esempio pratico di quella che sarà la sanità a breve tempo, con garanzia di continuità domiciliare sulla cronicità. Il sodalizio ospedale-territorio sarà potenziato con valorizzando la presa in carico della persona. Sono particolarmente contento che questo esperimento abbia visto la luce in Carnia, perché i territori che presentano maggiori esigenze sanno anche dare le risposte più innovative”. Conclude Riccardi
Endrius Salvalaggio
25 novembre 2024
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