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PMA. In FVG nascite in calo del 20% in 10 anni. Tomei (osp. Di Sacile): “Serve più informazione tra i giovani”

Le donne che si rivolgono al centro PMA dell'ospedale di Salice hanno in media 36 anni. Ma già dopo i 30 anni la possibilità di procreare si abbassa mentre c’è un “aumentano considerevole” dei rischi di patologie cromosomiche fetali, spiega il primario spiega Francesco Tomei. Per Tomei “i giovani dovrebbero essere informati meglio sia sull’età delle procreazione, sia sui rischi ostetrici e neonatali di gravidanze ad età avanzata spesso tardivi”. Ovvero, sulla eventuale ed efficace possibilità di preservare la propria fertilità con il congelamento in giovane età dei propri ovociti”.

21 GEN - Dall’annuario statistico 2019 (ISTAT) risulta che il tasso di fecondità in Italia è stato del 1,34 nel 2016, di 1,32 nel 2017 e del 1,24 nel 2018. Vale a dire che la media di natalità fra due persone è di 1,3. Nel nordest, quindi compreso il FVG, il tasso di natalità risulta essere dell’1,34. Uno degli strumenti più efficaci in grado di fare fronte al problema infertilità è la fecondazione medicalmente assistita (PMA), che nella Regione Friuli Venezia Giulia tocca circa 1800 cicli all’anno dei quali oltre 1300 ad alta tecnologia.
 
“Per motivi sociali, in FVG l’età del primo parto della neo mamma – spiega il Dott. Francesco Tomei, primario della PMA dell’Ospedale di Sacile – è di circa trentadue anni ed a questa età la fertilità ha già iniziato il suo declino. La fecondazione medico assistita è una pratica che diventa ricorrente, dopo due anni di “prove” andate a vuoto, anche perché il percorso della fecondazione ad alta tecnologia, anche in donne con meno di 35 anni,  è un percorso che deve prevedere fino a 5/6 tentativi per raggiungere l’80% di successi e che quindi  può durare anche due/tre anni”.

In FVG i nati nel 2009 erano circa diecimila cinquecento: dieci anni dopo i nati complessivi sono sotto gli otto mila, con un crollo delle nascite del 20%. “Per questi motivi, considerato che c’è sempre meno fertilità e quindi sempre meno nascite – afferma Tomei – il numero di prestazioni che assieme al mio team eroghiamo, si aggirano nell’ordine di 700 cicli di alta tecnologia . Prestazioni con tecniche a fresco o da gameti ed embrioni crioconservati, sia con tecniche omologhe, ossia con i gameti della coppia, sia con tecniche eterologhe, cioè con gameti esterni. Inoltre dal 2006 abbiamo anche la banca del seme e dal 2012 la banca degli ovociti. Con questa pratica possiamo congelare i gameti (ovociti o spermatozoi) di persone giovani che nella loro vita incontrano malattie neoplasiche che necessitano di cure oncologiche che possono causare l’infertilità. Tali gameti una volta ottenuta la guarigione possono esser utilizzati, previo scongelamento, anche a distanza di diversi anni”.

Il tasso di attrazione dell’ospedale di Sacile per questi tipi di procedure è molto elevato. Risulta che circa il 40% delle prestazioni del reparto diretto dal Dott. Tomei, viene erogato a persone provenienti da altre regioni. “ Infatti, nel nostro Centro – continua il medico – la percentuale delle coppie desiderose di avere figli è di circa il 60% proveniente dalla Regione Friuli Venezia Giulia, il 35% dalla Regione Veneto ed il rimanente 5% dal resto del Belpaese. L’età media delle donne che si rivolgono a noi e di trentasei anni ed eroghiamo tali procedure sino all’età  quarantadue anni. Sempre dai nostri report, l’infertilità delle donne è grossomodo omogenea con quella dell’uomo, 40% per la donna e 40% per l’uomo, con un 20% dei casi con un’infertilità che riguarda la coppia nel suo insieme”.

Sempre secondo il dott. Tomei, sul fattore età di concepimento, manca una corretta informazione tant’è che molte donne non sanno che a 43 anni le possibilità di avere un figlio non superano il 3-4% e a 45 anni  oscillano sull’1%. “Con l’aggravante – conclude il Dottore – non solo che con l’innalzamento dell’età della donna la possibilità di procreare si abbassa, ma dopo i 35 anni c’è un aumentano considerevole delle patologie cromosomiche fetali per cui è estremamente raccomandata la villo/amniocentesi. I giovani dovrebbero essere informati meglio sia sull’età delle procreazione, sia sui rischi ostetrici e neonatali di gravidanze ad età avanzata spesso tardivi. Ovvero, sulla eventuale ed efficace possibilità di preservare la propria fertilità con il congelamento in giovane età dei propri ovociti qualora non vi fossero le condizioni sentimentali, economiche o lavorative per pianificare la propria famiglia: tali ovociti potranno esser poi utilizzati a distanza con i vantaggi dell’età al congelamento sia in termini di gravidanze che di esiti fetali”.

Endrius Salvalaggio

21 gennaio 2020
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