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FVG. Farmaci cannabinoidi, in commissione sanità la proposta del M5S

Cinque articoli per normare la sperimentazione della produzione di medicinali a base di cannabinoidi e modificare, così, la legge regionale n. 2 del 2013 sulla materia. La proposta di legge sarebbe stata accolta positivamente dall’assessore alla Salute Telesca.

12 FEB - Cinque articoli per normare la sperimentazione della produzione di medicinali a base di cannabinoidi e modificare, così, la legge regionale n. 2 del 2013 sulla materia. Si tratta della proposta di legge del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Andrea Ussai, illustrata ieri alla III Commissione consiliare presieduta da Franco Rotelli (Pd) e che sull'argomento organizzerà delle audizioni con i soggetti maggiormente coinvolti. “Nessuna Regione d'Italia – è stato rilevato nel corso della seduta - ha iniziato alcuna sperimentazione, neppure con enti terzi mentre è partita la fase sperimentale da parte dello stabilimento di Firenze che prevede una fase pilota di 24 mesi e la produzione, nel 2016, di 100 chilogrammi di cannabis che serviranno per il fabbisogno annuale delle Regioni”. Rilevano inoltre che “solo il ministero olandese ha ottenuto tutte le certificazioni necessarie per la produzione di preparati a base cannabinoidi e dunque tutta Italia si rifornisce da quel Paese”. Nel corso della seduta è stato infine spiegato che sono state 220 le ricette sino a oggi registrate in FVG, tutte a carico dei pazienti”, e che “l'orientamento è di creare un programma generale da parte di medici specialisti, ma non di far dipendere le prescrizioni direttamente dai medici di base”.

Presente alla seduta di ieri anche l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca che, secondo quanto riferito da una nota di fine seduta della commissione, avrebbe accolto positivamente la proposta, così come positivo sarebbe stato il giudizio di Silvana Cremaschi (Pd), Stefano Pustetto (Sel), mentre Roberto Novelli (FI) avrebbe comunque dichiarato “apertura all'argomento, sicuramente da approfondire”. In particolare, sarebbe stato suggerito che la proposta vada a integrare la legge regionale 2/2013 e tenga conto delle disposizioni che, nel frattempo, sono entrate in vigore con lo specifico decreto ministeriale di novembre 2015 ed entrato in vigore con il primo gennaio 2016.

Ecco i contenuti della proposta di legge presentata dal M5S illustrata in commssione

L'articolo 1  prevede le finalità della proposta, ovvero ridurre il costo dei medicinali a base di cannabinoidi nel rispetto della normativa nazionale e regionale, nonché agevolare l'accesso agli stessi.

L'articolo 2 riprende il testo di leggi già adottate in altre Regioni e che non sono state oggetto di impugnativa costituzionale. La Giunta regionale può autorizzare azioni sperimentali, in forma di progetto pilota, con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, per produrre medicinali cannabinoidi. È previsto che, per tali finalità, siano altresì autorizzati l'avvio di progetti di ricerca, azioni sperimentali in collaborazione con le Università di Udine e Trieste, associazioni degli utenti e altri soggetti portatori di interesse o di specifiche competenze. Tali progetti di ricerca vanno considerati come prodromici alla produzione di sostanze e preparazioni vegetali a basa di canapa da parte di soggetti autorizzati.

Con l'articolo 3 si sostituisce l'articolo 4 della legge regionale 2/2013 (Modalità di erogazione dei medicinali e delle preparazioni magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche) stabilendo che l'inizio del trattamento con farmaci cannabinoidi possa avvenire sia in ambito ospedaliero o in strutture assimilabili, sia in ambito domiciliare. La spesa resta a carico del Servizio sanitario regionale (Ssr) solo qualora il medico richiedente sia alle dipendenze di una struttura pubblica e il paziente sia trattato in regime di ricovero, o soggetto a day hospital, o percorso ambulatoriale, o in regime di assistenza domiciliare integrata. Nel momento in cui un paziente viene dimesso, la fornitura viene garantita sempre a carico del Ssr se si ravvisa un'esigenza di continuità terapeutica con il ricorso al farmaco la cui somministrazione è iniziata in ambito ospedaliero. Si prevede, inoltre, che il trattamento avviato in ambito domiciliare inizi o prosegua con la prescrizione redatta da un medico di medicina generale o da un medico specialista della Azienda sanitaria.

All'articolo 4 vi sono le disposizioni finanziarie (ipotizzati 10mila euro per far partire la sperimentazione).

L’articolo 5 è dedicato all'entrata in vigore della legge.

12 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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