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Prevenzione e tutela della salute. Iacono: “Federsanità Anci Sicilia in prima linea”

Il Presidente Federsanità Sicilia e Vicepresidente Nazionale Federsanità ha raccontato in questa intervista le azioni messe in campo e i protocolli d'intesa siglati con l'assessoreto regionale. Tra i più importanti il progetto ‘Coorti del benessere’ che si propone di valutare l’impatto salutistico di alcuni prodotti tradizionali nei soggetti con diabete 2 e/o sindromi metaboliche.

19 FEB - L’OMS ci riconosce una percentuale tra le più alte al mondo relativamente alla longevità, merito di un impianto sanitario tra i migliori al mondo. Vi sono, però, patologie correlate a fattori di vita (75%) strettamente correlate all’alimentazione. Fondamentale, quindi, mettere in campo più azioni possibili per garantire la tutela della salute. In questa direzione è sempre impegnata Federsanità Sicilia, che ha come obiettivo quello di costruire un percorso strategico comune tra amministratori locali, Aziende sanitarie e cittadini in modo da contribuire, unitamente agli Assessorati alla Salute e Politiche Sociali della Regione Sicilia, all’attuazione dei principi costituzionali e di legge che, oltre al diritto alla cura prevede e garantisce la tutela della salute.

Tante le azioni messe in campo da Federsanità Sicilia e importanti i protocolli d’intesa con l’Assessorato alla salute tesi verso questo obiettivo, come racconta Giovanni Iacono, Presidente Federsanità Sicilia e Vicepresidente Nazionale Federsanità ANCI: “Abbiamo siglato come Federsanità ANCI Sicilia un protocollo di intesa con l’Assessore Regionale alla salute Lucia Borsellino, in materia di Politiche di Tutela della Salute in Sicilia. Non vi erano in Sicilia precedenti protocolli con Federsanità ANCI sottoscritti, decretati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Siamo adesso nella fase attuativa ed attendiamo gli ulteriori confronti con l’Assessorato Regionale alla salute ma come Federsanità ANCI abbiamo già avviato molte azioni che vanno nella direzione di un cambio oserei dire paradigmatico, il non ragionare solo in termini di cura ma, prevalentemente di prevenzione. Una prevenzione che potrebbe 'evitare' perfino l’insorgere del bisogno di cura. Sono diversi i protocolli d’intesa e le iniziative in corso come la rete civica della salute, il sostegno al centro trapianti, il contributo alla definizione di un sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni socio-sanitarie, la partnership con i centri antiviolenza e con l’Associazione ‘Amici di San Patrignano'”.

Il progetto più impegnativo e di lunga durata è il progetto delle ‘Coorti del benessere’ avviato grazie ad un protocollo sottoscritto da Federsanità ANCI Sicilia e il Gruppo Agroalimentare Italiano (G.A.I.). Un gruppo di produttori agricoli Siciliani senza i quali non sarebbe stato possibile avviare il progetto. La ricerca si propone di valutare l’impatto salutistico, nella dieta quotidiana, di alcuni prodotti alimentari tradizionali dell’agricoltura di qualitàdella Sicilia in alcune coorti di soggetti affetti da diabete 2 e/o sindromi metaboliche.

Federsanità ANCI si occupa da sempre di dieta mediterranea. Perché la sua affermazione è così importante?
Noi preferiamo parlare, più propriamente, di dieta tradizionale Siciliana e non Mediterranea. Vi sono diverse patologie, cronico-degenerative, non trasmissibili che sono state e sono oggetto di valutazioni di correlazione relativamente all’impatto di fattori ingeneranti di tipo ambientale, di stili di vita di abitudini alimentari. Basti pensare come, tra nord e sud del nostro paese, l’incidenza di alcune patologie, molto legate agli stili di vita, varia seconda di dove viene utilizzata la dieta Mediterranea. Tra l’altro sono ormai consolidati, in tutto il mondo, studi epidemiologici osservazionali che dimostrano i diversi livelli di incidenza e di mortalità per svariate patologie croniche e per numerosi tumori nelle diverse aree geografiche. Nel nostro studio più che ricercare i fattori causali vorremmo sperimentare gli effetti salutistici di alcuni prodotti tradizionali siciliani in rapporto a determinate patologie in corso ed anche in rapporto a gruppi di controllo formate da persone senza patologie.

Oltre alla salute, quali benefici può portare la valorizzazione, a questo punto, della dieta tradizionale Siciliana ?
Di recente, nel corso di un convegno su :’l’obesità in Sicilia’ organizzato dall’Assessorato Regionale per la Salute è emerso che le regioni meridionali, in primo luogo Sicilia e Calabria, hanno i tassi più elevati , in Europa, di obesità infantile. In Sicilia sarebbero circa 800.000 le persone in sovrappeso e il trend è in aumento. Noi auspichiamo una inversione del trend. La dieta tradizionale siciliana è povera di grassi (meno del 30%) con oltre il 70 % composto da grassi mono e poli-insaturi e ricca di cereali (oltre il 60 % delle calorie). Riteniamo che questo modello alimentare associato a stili di vita corretti abbia la capacità di modificare lo stato di salute e di aumentare qualità di vita e longevità della popolazione.

Progetto con GAI denominato le “Coorti del beneEssere”, da dove nasce l’idea ?
Il progetto sarà presentato anche ad Expo 2015 all’interno del Cluster Biomediterraneo e coinvolgerà tre diversi ambiti territoriali della Sicilia denominati ‘coorti del benessere’. Il progetto che è condiviso anche dall’ANCI Sicilia sarà svolto in sinergia con i Dipartimenti prevenzione delle Asp di competenza, i Comuni e i Medici di base. Le unità di analisi utilizzeranno i prodotti , all’interno dell’alimentazione quotidiana, della dieta tradizionale siciliana a cominciare dal grano duro siciliano e saranno osservate seguendo un pannello di parametri biochimici, biomolecolari e psico-motivazionali. L’idea nasce da bisogni e convinzioni. Mi spiego meglio. Il bisogno di puntare sulla prevenzione che è certamente la ‘cura’ migliore e in tale ottica il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 sottoscritto dal Ministero della Salute e della Conferenza Stato-Regioni ha evidenziato l’importanza strategica e vitale della prevenzione a partire dall’alimentazione. Dalle convinzioni legate al nostro vissuto individuale e collettivo che ha fatto incontrare FedersanitàANCI e il Gruppo Agroalimentare Italiano composto da produttori siciliani di grano duro e di olio certificati. Il GAI è ottimamente rappresentato da un cultore dell’Agricoltura di qualità, il suo presidente Nino Mancuso, con il quale condividiamo il rispetto della terra, dell’ambiente, del pianeta, dello sviluppo sostenibile e la certezza che solo da quel ‘rispetto’ e dalla sua valorizzazione si potrà garantire la qualità di vita di tutti e la salute di ognuno. L’agricoltura di qualità cura ogni fase dell’intero processo di produzione, dalla semina al raccolto alla trasformazione del prodotto. Fasi di un processo che deve garantire e mantenere l’integrità delle proprietà nutrizionali, la genuinità dell’alimento, il gusto e il sapore naturale. I prodotti vengono lavorati alla giusta temperatura sia ad es. per l’olio a freddo e quindi con l’acqua nei circuiti a bassa temperatura ed olive raccolte a mano e nel tempo giusto e per la farina ricavata dall’utilizzo del mulino a pietra salvaguardando integre le parti del grano e il germe dello stesso. Da quella farina si ottengono tutti i derivati : pasta, pane, biscotti dall’estrema leggerezza e digeribilità. I prodotti che daremo ai soggetti scelti per la coorte saranno derivanti da molitura integrale e non da molitura raffinata che diventano integrali solo dopo la ricostituzione di una parte dei suoi elementi costitutivi. In quest’ultimo tipo di farine vi è l’assenza del germe di grano che è invece alla base, con le sue eccellenti qualità salutistiche, della nostra dieta e della attività di ricerca. Il percorso sarà lungo e richiederà all’inizio la massima collaborazione soprattutto delle persone che accetteranno di far parte delle coorti. Dico all’inizio, perché poi siamo certi che avvertiranno il ‘benEssere’ della nuova alimentazione e diventeranno primi sostenitori del progetto. 

19 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

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